Visita pastorale al Decanato di Luino venerdì 14 ottobre alle 21 nella chiesa prepositurale della città da parte dell’arcivescovo di Milano Angelo Scola. Un incontro che la comunità cristiana luinese vuole preparare al meglio. «Sarà un’occasione propizia per riflettere con lui sul cammino della nostra Chiesa dentro questo mondo, ma in modo particolare dentro il nostro territorio luinese» sottolinea nella sua riflessione domenicale il parroco di Luino don Sergio Zambenetti. Il cardinale Scola in questa sua trasferta sul lago Maggiore incontrerà
tutta la comunità. La riflessione del prevosto parte dai temi chiave proposti dalle letture della Messa di questa domenica, incentrati sull’accoglienza e l’ospitalità.
«Ospitalità e accoglienza diventano le occasioni per incontrare il Signore Gesù nel volto dei fratelli» osserva don Sergio. Quale Chiesa vogliamo essere? Quali sfide ci vengono poste dalla nostra società attuale e come affrontarle alla luce del Vangelo? Sono le domande su cui la comunità di Luino si confronterà venerdì con il cardinale Scola. «In un tempo come il nostro in cui l’individualismo rischia di diventare lo stile di vita di molti, la Parola di Dio ci interpella e provoca ad assumere un atteggiamento di apertura e di accoglienza, certi che la provvidenza del Signore è grande» afferma il parroco. Il tema dell’accoglienza dei migranti è molto sentito ovviamente anche a Luino dove sono ospitati alcuni migranti e su cui la comunità attende il pensiero dell’arcivescovo di Milano; la Chiesa dedica il mese di ottobre alle missioni. «Il mese di ottobre – prosegue don Sergio nella sua riflessione – ci invita ad aprire il cuore ai bisogni di tanti fratelli e sorelle sparsi nel mondo e che l’azione dei missionari soccorre quotidianamente». Anche la parrocchia di Luino si misura quotidianamente con la povertà di chi viene a bussare alle porte della chiesa perché non ha da mangiare. «Posso affermare che queste esigenze mi vengono espresse ogni giorno attraverso l’incontro di molte persone che si rivolgono alla Caritas o anche suonando il campanello della casa parrocchiale con esigenze che non sempre si riescono a soddisfare completamente» conclude don Sergio.