Il tempo nel quale, per fare una chiamata, bisognava passare da lei infilando il gettone nel suo telefono è alle spalle ormai da tempo. Vedere oggi una cabina telefonica nell’era della tecnologia più spinta e dei telefonini intrisi delle più moderne applicazioni mette quasi tenerezza. E tenerezza la mette anche sapere che tra poco, quella cabina, non vi sarà più. Il prossimo 3 ottobre, come da cartello affisso, quella posta davanti alla scuola materna di via Gabelli andrà anch’essa in pensione. O, per usare un termine di questi tempi nell’hit parade dell’inflazionamento, rottamazione.
A meno che? A meno che qualcuno non decida di leggere il cartello blù dipinto nel blù apposto sul lato della cabina stessa in cui si dice testualmente: «Per chiedere che questo telefono pubblico resti attivo può inviare una posta elettronica certificata all’indirizzo [email protected]». Che, detto così, suona quasi come un rivolgersi alla cabina stessa implorandola di non togliere il disturbo.
Curioso, quantomeno, che per salvare un elemento della tradizione di quando la tecnologia non era ancora tale si debba fare ricorso a una e-mail, espressione di uno strumento tecnologico per eccellenza. Ma paradosso a parte, chissà se a qualche romantico della cara, vecchia cabina salterà in mente di prendere il suo computer, aprire la posta elettronica e inviare all’indirizzo di cui sopra “dati, indirizzo della cabina (sempre questo si legge nel manifesto) e motivazione della richiesta”.
Chissà, insomma, se qualcuno, memore di avere affidato a quella cabina comunicazioni romantiche al suo bello o alla sua bella piuttosto che un più prosaico invito a buttare la pasta perché stava per rincasare dal lavoro, salverà quella cabina dall’asporto. Potesse parlare, quella cabina e il telefono che in essa si trova darebbero ampia materia per un diario di autentico vissuto. Di qualche sorriso e altrettante lacrime.
Il 3 ottobre richiede ancora un po’ di strada per essere raggiunto nel calendario. Quindi i potenziali “salvatori” della cabina hanno un po’ di tempo dalla loro. E quel suo essere aperta da un lato pare proprio, con qualche sforzo di fantasia, comunicare: ti ho accompagnato in tante conversazioni, consentimi di continuare a farlo. Già, ma con i telefonini come la mettiamo?