Già prima delle 15 di ieri la chiesa parrocchiale di Comerio traboccava di gente. L’interno si è riempito rapidamente e le persone hanno iniziato a fermarsi sul sagrato. Per l’ultimo saluto a Midia Borghi c’era tutta la Pallacanestro Ignis, c’erano i giocatori, c’erano gli allenatori, c’erano Aldo Ossola e Cecco Vescovi.
C’era il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, c’era Toto Bulgheroni, per 30 anni proprietario della Pallacanestro Varese, c’era Gianfranco Castiglioni, che succedette a Giovanni Borghi, il leggendario mister Ignis padre di Midia, come patron della Pallacanestro Varese.
C’erano il sindaco di Varese Davide Galiberti e l’ex sindaco di Varese Attilio Fontana. C’era il senatore Antonio Tomassini, c’era l’assessore di Comerio Fabio Giffoni. C’era tutta la famiglia Borghi con il fratello Guido visibilmente provato dal lutto. C’erano alcuni dipendenti della Ignis e qualche dipendente della famiglia Borghi. Come Luciano, custode dell’abitazione di famiglia per 17 anni, che con gli occhi lucidi ripete «me la ricordo una ragazza. Mi ricordo dei figli. Non riesco a credere non ci sia più».
Sull’altare, accanto al feretro semplicissimo coperto da fiori bianchi e rossi, erano presenti i gonfaloni del Comune di Comerio e dell’Avis di Biandronno. «Io sono dove è il Signore e non temo nulla – ha detto il parroco don Maurizio Cantù – E Midia adesso è dove è il Signore e non teme nulla». Il parroco ha raccontato gli ultimi anni della vita della figlia di Borghi, scomparsa a 79 anni. «Anni – ha detto don Maurizio – durante i quali si era avvicinata alla fede con fervore. Anni di preghiera, anni di attiva comunione con la Chiesa».
Ieri, mentre i funerali di Midia Borghi venivano celebrati, in tanti, ritrovandosi magari dopo anni, dopo aver sognato con la Pallacanestro Varese durante le mitiche stagioni che hanno visto Midia stessa protagonista, dopo aver lavorato per la Ignis, oppure dopo essere cresciuti come figli di quel miracolo d’intelligenza imprenditoriale che quell’azienda è stata, in tanti hanno voluto ricordare Midia Borghi.
Bastava uno sguardo, bastava una parola di saluto. E c’era quella frase: «ti ricordi?». Ne è venuto fuori il ricordo di una donna moderna, generosa, altruista «aveva il cuore enorme», ma anche decisa e volitiva.
In una parola: «una donna viva che ha amato la vita e l’ha vissuta sempre sino in fondo». «Midia – ha detto don Maurizio quasi avesse sentito quei commenti – ha vissuto una vita piena. Vivere una vita piena è come morire ogni giorno. Perché ogni giorno devi reinventarti. Midia ha saputo vivere così. Riscoprendo ogni giorno la bellezza della vita piena». Don Maurizio si rivolge alla famiglia con speranza: «lei è con il Signore e non teme nulla». Il feretro è uscito dalla chiesa portato a spalla dai nipoti di Midia. «L’ultimo omaggio ad una grande donna», dice Luciano.