L’Università dell’Insubria si fa pioniera nello screening precoce del tumore al polmone

Grazie allo studio dei microRNA, molecole premiate con il Nobel per la Medicina 2024, l'Università dell'Insubria ha avviato nel 2014 un progetto guidato dal professor Dominioni. Questo progetto mira a identificare specifici microRNA come biomarcatori per lo screening precoce del tumore al polmone

L’Università dell’Insubria si dedica allo studio dei microRNA, molecole fondamentali per la regolazione dell’attività genica, un argomento che ha recentemente guadagnato l’attenzione globale con l’assegnazione del Premio Nobel per la Medicina a Victor Ambros e Gary Ruvkun, per la loro scoperta del 1993. I due scienziati americani hanno identificato, nell’organismo modello Caenorhabditis elegans, piccole molecole che svolgono un ruolo cruciale nella modulazione dell’espressione genica, consentendo alle cellule di interpretare le informazioni contenute nel loro DNA.

Questa ricerca pionieristica ha aperto la strada a ulteriori studi, rivelando che i microRNA sono presenti in tutti gli eucarioti, dagli organismi più semplici fino all’uomo, e regolano processi vitali come lo sviluppo e il differenziamento. Oggi, scienziati di tutto il mondo stanno creando database di microRNA per approfondire la comprensione di queste molecole e il loro coinvolgimento in patologie come il cancro.

Il progetto di ricerca dell’Università dell’Insubria, avviato nel 2014 sotto la direzione del professor Dominioni, si concentra sull’identificazione di microRNA specifici come biomarcatori per il tumore del polmone. Sotto la guida della professoressa Paola Campomenosi, il team comprende esperti in chirurgia toracica e anatomia patologica. La ricerca mira a sviluppare uno screening per i soggetti ad alto rischio, che potrebbe consentire l’identificazione precoce del tumore attraverso un semplice prelievo di sangue, aumentando così le probabilità di cura e di sopravvivenza.

Per condurre queste indagini, il team utilizza tecnologie avanzate come la digital PCR, un equipaggiamento reso possibile grazie a donazioni private. Inoltre, il progetto ha ricevuto finanziamenti dal Ministero dell’Università e della Ricerca e ha collaborato con l’Università di Trento, sostenuto anche in passato dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto. Nonostante le difficoltà nel reperire fondi per la ricerca di base, come quella sui microRNA, il team riconosce l’importanza di questi studi per le scoperte future e lo sviluppo di nuove terapie.