Luoni, questo è un rosso da pulcino. Ferri e il pubblico, gli unici promossi

Dal pasticcio che ha indirizzato la sfida, al dilemma Giovio. Le pagelle di Gabriele Galassi

Sull’episodio del rigore ridarla a Luoni di spalle è una scelta scellerata: lì si spazza, ovunque, a caso, e si va negli spogliatoi.

Perde il duello a distanza con Tomaselli (classe ’99) che soprattutto nella ripresa riesce a sopraffarlo. Ma per quanto fatto vedere fin qui non è certo lui a doversi caricare la croce sulle spalle.

Un rosso da esperto contro la Folgore Caratese, un rosso da pulcino ieri. Consol lo mette in difficoltà ma chi ha giocato – non partecipato, giocato – in serie B un errore così, due categorie sotto, non se lo può permettere.

L’unico a indossare la maglia del Varese e non, semplicemente, a metterla su. Meglio di lui solo il pubblico e la curva (voto 10), che perdonano lo scempio visto ieri a Masnago.

Guarda Ferri e capisce che per onorare la divisa biancorossa almeno deve combattere.

Il primo scatto della sua gara – inutile, anche concettualmente – si trasforma in un infortunio (Calzi 6: la gara è ormai indirizzata e incidere è difficile).

Con una mediana diversa (a tre?) potrebbe far tornare a colare il grasso. Ma a un ingegnere ambientale non si può chiedere di fare la legna come un boscaiolo.

Al momento non è chiaro il perché debba giocare al posto di Lercara. Tornato da poco da un infortunio è lontano dall’essere brillante e scattante, unica condizione per vedere i suoi potenziali dribbling trasformarsi in realtà. (Piraccini 5: entra tardi, già triste).

Se perdiamo la sua qualità siamo fritti. Ma c’è qualcosa che non va, e bisogna risolverlo al più presto. Di certo, non cambiandolo all’intervallo: 1) perché sa di resa anticipata; 2) perché è l’unico che può trovare una giocata da un momento all’altro; 3) perché Giovio può fare l’esterno, l’interno, il fantasista, la prima o la seconda punta, lo stopper, il portiere, il magazziniere, il presidente. Basta dargli fiducia. (Viscomi 5: Non riesce a contenere gli avversari che, da un certo punto in avanti, arrivano a flusso continuo).

Non pervenuto. Con un pizzico di coraggio nella ripresa lo si poteva piazzare nei tre di centrocampo tenendo così Giovio o comunque mettendo poi Piraccini di punta.

Abbandonato là davanti con cuffiette e iPod ad ascoltare la canzone più famosa di Laura Pausini, “La solitudine”.