M.O./ Da Israele e Hamas sì tregua a Gaza ma con condizioni

Gerusalemme, 10 apr. (TMNews) – Israele e il movimento Hamas al potere a Gaza si sono detti pronti a mettere fine ai combattimenti, i più mortali dal 2009 a oggi, a condizione che ciascuno rispetti una tregua. Le due parti sembrano dunque pronte a interrompere l’escalation militare.

Israele è pronto a “fermare” i raid contro i gruppi armati palestinesi di Gaza, se questi attueranno un cessate-il-fuoco, ha dichiarato alla radio pubblica il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak, che ha rinviato a data da destinarsi una visita che doveva effettuare a Washington. E’ la prima volta che un responsabile dello stato ebraico ipotizza una tregua dall’inizio di questa nuova ondata di violenza, iniziata giovedì dal lancio di un missile anticarro contro uno scuolabus che ha gravemente ferito un ragazzo in Israele. Da allora, diciotto palestinesi sono stati uccisi e quasi settanta feriti, secondo fonti mediche palestinesi. Le vittime sono membri di organizzazioni paramilitari ma anche civili. Si tratta del bilancio più grave dalla fine dell’offensiva israeliana “Piombo fuso” contro la striscia di Gaza nel dicembre 2008-gennaio 2009 (1.400 palestinesi e 13 israeliani uccisi).

Tuttavia, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha minacciato raid “molto più duri” se i lanci da Gaza contro il sud di Israele dovessero continuare. “Se continuano gli attacchi criminali contro soldati o civili israeliani, la reazione di Israele sarà molto più dura”, ha informato Netanyahu in apertura del Consiglio dei Ministri. Da parte sua il ministro incaricato degli Affari strategici, Moshe Yaalon, un falco, ha espresso “la speranza che questo round di confronto sia sul punto” di produrre risultati.
“Auspico che Hamas abbia imparato le lezioni e abbia compreso quale prezzo elevato abbia dovuto pagare”, ha detto Yaalon alla radio militare. Un capo dell’ala militare di Hamas, Tayssir Abou Sneimah, è stato ucciso nei raid israeliani di ieri.

Hamas che ha decretato uno stato d’emergenza nei Territori, si è detta – per la terza volta dalla fine di marzo – “pronta a una tregua” a condizione che Israele fermi “la sua aggressione”, secondo un portavoce del movimento islamista a Gaza. “Il nostro messaggio all’occupante (israeliano) è che risponderemo con un tregua a qualunque tregua” decisa da Israele, ha dichiarato il portavoce Sami Abu Zuhri.

Rcc/Est

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