Gerusalemme, 13 lug. (Apcom) – No a ogni soluzione di pace imposta dalla comunità internazionale. Lo ha ribadito Israele, dopo le dichiarazioni attribuite all’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea, Javier Solana.
“Una soluzione di pace non può venire che a seguito di negoziati diretti e non può essere imposta”, ha dichiarato alla radio pubblica il ministro degli Esteri dello stato ebraico, Avigdor Lieberman. Ha risposto alle affermazioni che avrebbe pronunciato Solana due giorni fa a Londra: secondo l’alto responsabile, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dovrebbe imporre una soluzione che includa il riconoscimento di uno stato palestinese indipendente, se non si sbloccasse lo stallo nel processo di pace. In base a queste opinioni, riprese dalla stampa israeliana, il Consiglio di sicurezza dovrebbe in questo caso riconoscere in modo unilaterale uno stato palestinese, come “membro a pieno titolo dell’Onu”.
L’Onu dovrebbe inoltre decidere l’applicazione di diverse risoluzioni che riguardano i dossier su cui israeliani e palestinesi non sono arrivati a un’intesa: frontiere di questo Stato, Gerusalemme, la questione profughi. Lieberman ha d’altra parte minimizzato la portata di queste dichiarazioni, ritenendo che “né gli Stati Uniti, né l’Europa intendano imporre una soluzione”. Non è necessario, ha aggiunto, “attribuire troppa importanza a opinioni che vengono da un diplomatico a fine mandato”.
Solana era stato nominato nell’ottobre 1999 Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, prima di essere riconfermato nel 2004. Il suo mandato scade a ottobre e Solana ha annunciato che non chiederà di prorogarlo.
(fonte Afp)
Fco
© riproduzione riservata