M.O./ Netanyahu mette mani avanti e dice no a piano pace Obama


Washington, 19 apr. (Apcom)
– La pace non potrà essere imposta in Medio Oriente. Lo ha affermato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che è sembrato rispondere preventivamente alle voci secondo cui il presidente americano Barack Obama si preparerebbe a rivelare il suo piano di pace per la regione.

In un’intervista rilasciata alla rete Abc, Netanyahu ha indicato che israeliani e palestinesi dovrebbero negoziare per arrivare a un accordo e non lavorare a partire da un nuovo piano che espone nei dettagli il futuro stato palestinese. “Non credo che nessuno possa immaginare seriamente di poter imporre la pace. La pace deve nascere da varie parti che si mettono intorno a un tavolo e risolvono le loro divergenze”, ha dichiarato Netanyahu, “Non si può mettere fine ai negoziati di pace senza averli cominciati. Sono favorevole a che inizino sin da ora”.

A Washington si susseguono le voci secondo cui l’amministrazione Obama sarebbe sul punto di proporre un nuovo piano di pace per provare a sbloccare la situazione. Ma questa prospettiva è oscurata dall’ostilità che separa i due campi, con i recenti attriti tra Washington e il governo israeliano e le divisioni che attraversano il campo politico palestinese. “La verità è che in alcuni di questi conflitti, gli Stati Uniti non possono imporre soluzioni a meno che le parti siano pronte a rompere con i vecchi riflessi di antagonismo”, ha dichiarato il presidente la settimana scorsa. Se nessuno crede che Washington possa “imporre” una soluzione, alcuni osservatori ritengono che un piano ambizioso che mira a focalizzare l’attenzione dei partecipanti sui “grandi problemi” che potrebbero aiutare ad attenuare le tensioni provocate da questioni non centrale ma cariche di conseguenze.

L’alleanza stretta tra gli Stati Uniti e Israele è in crisi da una visita in Israele del vicepresidente americano Joe Biden a marzo, durante la quale Israele aveva annunciato nuovi insediamenti ebraici a Gerusalemme Est, che i palestinesi vogliono rendere la capitale del loro futuro stato. L’amministrazione Obama afferma di non aver ancora deciso quale strada intraprendere in questo dossier ma potrebbe ispirarsi alla visione data da Bill Clinton prima della fine del suo mandato nel 2001: sovranità palestinese a Gaza e nel “cuore” della Cisgiordania, soluzione alla questione dei profughi palestinesi e garanzie di sicurezza per i due campi. Ma rivelare un nuovo piano americano nel contesto delle tensioni attuali rappresenta una decisione ad alto rischio, hanno sottolineato alcuni esperti.

(fonte Afp)

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