Gerusalemme, 10 mag. (TMNews) – Sono possibili negoziati di pace tra Israele e il movimento integralista palestinese Hamas, considerato tuttavia un’organizzazione terroristica dallo stato ebraico. Lo ha affermato il presidente israeliano, Shimon Peres.
“Il nome non mi interessa. Quello che conta, è il contenuto. Tutto può arrivare, perché anche Hamas ha dei problemi e non è così forte”, ha affermato Peres in questa intervista al quotidiano online Y-net, in occasione del 63esimo anniversario della creazione di Israele.
Il presidente dello stato ebraico, personalità rispettata ma la cui funzione è principalmente simbolica e protocollare, ha ricordato che quando era “impegnato in negoziati con (il defunto leader palestinese Yasser) Arafat, mi dicevano che non avrebbero portato a nulla e oggi penso la stessa cosa a proposito di Hamas”.
Alludeva ai negoziati segreti con l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), preludio agli accordi di Oslo sull’autonomia palestinese del 1993. Secondo lui, Hamas si esporrebbe a sanzioni economiche se continuasse a respingere i principi che la Comunità internazionale le intima di accettare, ossia il riconoscimento dello stato di Israele e accordi conclusi con questo Paese da parte dei palestinesi, e la rinuncia alla violenza. “In ogni negoziato, ogni parte vuole dimostrare ai suoi quanto è forte, aggressiva e non vuole rinunciare a nulla. Ma, i dirigenti sanno sotto sotto da soli di non avere scelta e che occorre fare la pace (…) nessuno aspira a ritornare agli spargimenti di sangue”, ha detto.
Interpellato sull’accordo di riconciliazione concluso il 27 aprile tra Hamas e il partito laico al Fatah del presidente Abu Mazen, Peres ha dichiarato: “Se vogliono unirsi, che lo facciano. Noi, parliamo delle questioni di sicurezza che ci riguardano e se stringono un’unione con un’organizzazione che continua a raccomandare la distruzione di Israele, non è più una questione interna palestinese ma un affare di politica estera che ci coinvolge”.
Fco
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