Gerusalemme, 22 mag. (TMNews) – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente Barack Obama hanno palesato due giorni fa alla Casa Bianca le loro divergenze sul processo di pace e queste rischiano di essere il preludio a elezioni anticipate nello stato ebraico. E’ l’opinione oggi della stampa israeliana.
“Il vertice della freddezza”, titola in prima pagina Yediot Aharonot, principale quotidiano del Paese. “I due dirigenti erano immobili sulle loro poltrone, il viso tirato, come due statue di cera (…) impegnati a evitare di guardarsi”, hanno scritto i due giornalisti di punta del quotidiano, Shimon Shiffer e Nahoum Barnea. “Tutti e due sanno mascherare le cose, ma tutti e due avevano interesse a esporre la tensione”, hanno aggiunto.
Obama ha determinato il disappunto del suo ospite pronunciandosi giovedì per la prima volta per uno stato palestinese sulla base delle frontiere del 1967, “con scambi sui quali le due parti sarebbero d’accordo”. Il quotidiano di sinistra Haaretz ha sottolineato che Netanyahu ha lungamente, e di fronte alle telecamere e gli obiettivi del mondo intero, “fatto la lezione” a Obama “per informarlo che il suo piano di pace è illusorio e può portare a un’altra catastrofe per il popolo ebraico”, alludendo alla Shoah (il genocidio nazista).
E ha elencato i quattro “no” formulati da Netanyahu: “no ai confini del 1967, no a negoziati con Hamas, no al ritorno dei profughi palestinesi nello stato ebraico di Israele, no a un ritiro israeliano dalla linea del Giordano”.
Ben Caspit, editorialista di Maariv (popolare), ha riscontrato “la piattaforma di una campagna” per elezioni politiche anticipate nel 2012, mentre la legislatura dovrebbe normalmente concludersi nell’ottobre 2013. “Netanyahu è convinto che l’opinione pubblica lo seguirà su questi punti. Al suo ritorno in Israele, si sforzerà immediatamente di convincere il partito Kadima (opposizione centrale) a rientrare nella coalizione governativa e se questi sforzi fallissero come bisogna aspettarsi, non vanno escluse elezioni anticipate”, ha scritto. Secondo il quotidiano Jerusalem Post, orientato a destra, “i nuovi parametri fissati dal presidente americano dimostrano che è cieco a quello che significa (per Israele) il diritto al ritorno (dei profughi palestinesi) e ignora l’intolleranza palestinese”.
Fco
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