Ma che un autunno bollente Bruciate le castagne di Varese

VARESE Allarme rosso per le castagne varesine: se negli anni scorsi la carenza dei frutti simbolo dell’autunno era stata attribuita a un parassita, il cinipide, per il catastrofico 2012 non ci sono dubbi, il nemico è molto più potente e difficile da combattere. Si chiama clima, e colpisce anche altri settori agricoli.
Undici ettari di castagni per produrre solo trentacinque frutti utilizzabili, su un terreno che, fino al 2009, produceva più di venticinque quintali. Massimo Piccinelli,

coordinatore del consorzio Castanicoltori di Varese, cerca di non abbattersi, ma la situazione è tutt’altro che rosea.
«Il versante nord del massiccio del Campo dei Fiori, dalla parte del Brinzio, è rimasto a secco. La fioritura è andata bene, abbiamo ottenuto un miele di castagno di ottima qualità. I ricci sono spuntati sui rami, tutto sembrava andare per il meglio». Ma al momento del raccolto, è arrivata la peggiore delle sorprese: «I ricci non si sono gonfiati, spesso sono rimasti vuoti. Una cosa che nemmeno mio padre, con tutti i suoi decenni di esperienza come coltivatore, ha mai visto».
È andata meglio sul versante sud del massiccio varesino, tra Orino e la Rasa, dove sono stati raccolti oltre due quintali. Ma stiamo parlando di quantità ben lontane rispetto al 2009, e della metà rispetto al raccolto 2011: «In pochissimi anni la produzione è colata a picco. E la colpa è del clima: piove troppo poco, le piante non riescono a produrre i frutti».

s.bartolini

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