Maccagno, il coloretra piano e violino

MACCAGNO «Diffidate di quelle opere che sembrano concepite sotto un cielo azzurro», scrisse Claude Debussy negli ultimi anni della vita, riferendosi al terzo movimento della Sonata per violino e pianoforte in sol minore, all’apparenza così vivace e animato. In realtà il compositore di Saint Germain-en-Laye nel 1917, anno in cui venne pubblicata la sonata, era preda di un’angoscia infinita, per la malattia che l’avrebbe portato alla morte di lì a pochi mesi e per le sorti della Francia, minacciata dai cannoni tedeschi, stato d’animo riflesso nei primi due movimenti, segnati da un’acuta introspezione e da una soffusa malinconia.

Il capolavoro debussyano sarà eseguito stasera alle 21, all’Auditorium di via Valsecchi, dal pianista Bruno Canino e dal violinista Francesco Tagliavini, in quello che si annuncia tra gli appuntamenti clou della rassegna “Interpretando suoni e luoghi”, realizzata con il finanziamento Interreg della comunità europea per la cooperazione italo-svizzera. «Ci sono tanti modi di vincere», aggiungeva Debussy, «la musica è uno dei tanti, ammirabile e fecondo» e il concerto di Canino e Tagliavini sembra fatto apposta per accogliere il senso della frase, tanta è la bellezza e la forza dei brani scelti dai due artisti: Mozart, con la Sonata in mi bemolle maggiore KV 481 e Hindemith, con quella in do minore nella prima parte, Debussy e il Ravel della Sonata in sol maggiore nella seconda.

v.colombo

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