Stamattina è arrivato il primo verdetto del processo inerente le elezioni amministrative del 2019 nel piccolo comune di Maccagno con Pino e Veddasca.
Era il 2019 quando i candidati allo scranno di Sindaco, Fabio Passera e Davide Compagnoni, arrivarono ad una situazione di incredibile pareggio: 802 voti a testa. Durante il successivo ballottaggio, fu Fabio Passera a spuntarla 842 a 804, 38 voti di differenza che furono contestati da Compagnoni per via di presunte irregolarità avvenute in Comune e ai seggi, in particolare al seggio della località di Pino.
Il Tribunale di Varese oggi ha pronunciato la prima sentenza, condannando in rito abbreviato a 1 anno e 4 mesi di reclusione (pena sospesa) un ex consigliere comunale di maggioranza per il reato di falso ideologico e disponendo il rinvio a giudizio per gli altri due imputati, il presidente di seggio di Pino e un funzionario dell’ufficio anagrafe, accusati anch’essi di falso ideologico e di violazione della legge elettorale. Per questi ultimi, il verdetto è rinviato alla primavera del 2023.
Ma quindi l’esito delle elezioni può essere ribaltato? La risposta è no, o per lo meno, non automaticamente. Infatti le irregolarità contestate non pregiudicano ufficialmente i risultati delle urne, ma sicuramente il dato politico che investe l’attuale maggioranza sarà oggetto di pesanti polemiche nel vivace paese sulle rive del Lago Maggiore, in attesa della pronuncia dei giudici sugli altri due imputati.