Palermo, 29 lug. (Apcom) – Non solo una nuova inchiesta sulle stragi del 1992 ma anche una sulle stesse indagini che vennero eseguite 17 anni fa. Secondo quanto pubblica il Corriere della Sera, alcuni poliziotti che eseguirono quegli accertamenti sarebbero adesso indagati dalla procura di Caltanissetta per depistaggio. A dare impulso alle nuove indagini è stato il pentito Gaspare Spatuzza che ha detto ai Pm nisseni di aver rubato lui la Fiat 126 esplosa in via D’Amelio.
Furto d’auto del quale, invece, si era addossato la responsabilità, Salvatore Candura che oggi ai magistrati di Caltanissetta avrebbe detto di essersi inventato tutto. Anzi, secondo il ‘Corriere’ “di aver ripetuto ciò che alcuni investigatori lo avevano costretto a riferire ai magistrati”. Di qui la nuova indagine aperta dalla Procura di Caltanissetta a carico di quegli investigatori: i nomi di due o tre poliziotti che facevano parte del Gruppo investigativo Falcone-Borsellino, creato all’indomani delle stragi, sono già finiti sul registro degli indagati. Ipotesi di reato, calunnia.
Di fatto si ipotizza un possibile depistaggio messo in atto con le false dichiarazioni di Candura, che hanno portato alle confessioni dell’altro `pentito’ Vincenzo Scarantino, su cui sono fondate parte delle condanne confermate in Cassazione; confessioni false, se sono vere quelle di Spatuzza e ora di Candura. Indotte dagli investigatori, secondo la nuova ricostruzione di quest’ultimo. I magistrati nisseni hanno riassunto la situazione nel parere col quale hanno aderito alla proposta di protezione per Spatuzza; lì scrivono che uno dei riscontri alle dichiarazioni del neo-pentito consiste proprio nella ritrattazione di Candura. Il quale `ha formulato pesanti accuse nei confronti di alcuni esponenti della Polizia di Stato, a suo dire responsabili di averlo indotto a dichiarare il falso’.
Sul fronte della nuova inchiesta sulle strage di via D’Amelio, nell’ambito delle quale sarebbe indagate una decina di persone fra le quali uomini dei servizi segreti, oggi il Giornale di Sicilia pubblica la notizia secondo la quale i Pm nisseni cercano un uomo con una espressione particolare: uno 007 con il viso deformato. Di lui avrebbe parlato il pentito Angelo Fontana sostenendo di aver saputo dell’appartenenza di costui ai servizi segreti dai boss mafiosi dell’Acquasanta. Fontana ha detto di aver visto quell’uomo in via d’Amelio dopo la strage
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