Palermo, 29 mar. (Apcom) – La “bomba” a palazzo d’Orleans scoppia questa mattina, quando il quotidiano Repubblica esce con un articolo che riferisce dell’iscrizione del presidente della Regione Raffaele Lombardo nel registro degli indagati, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, da parte della Procura di Catania. Secondo il quotidiano, infatti, il governatore siciliano avrebbe intrattenuto rapporti con ambienti mafiosi etnei, e in particolare “stretto affari” con il boss Vincenzo Aiello. Lombardo, che dichiara di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia,
tuona contro i giornalisti che hanno firmato l’articolo, Francesco Viviano e Alessandra Ziniti, definendo “pattumiera” la notizia, e aggiungendo “che si tratta di un fatto talmente paradossale da essere considerato addirittura ridicolo”. Intanto, però, da Catania il procuratore capo Vincenzo D’Agata non conferma nè smentisce la notizia riportata da Repubblica, alimentando il mistero riguardo l’indagine. Inevitabili arrivano i primi commenti e le prime reazioni da parte del mondo politico.
Se l’Idv, per bocca di Leoluca Orlando, chiede “le immediate dimissioni del governatore”, più pacato è il parere di Pd, Pdl e Udc che preferiscono attendere gli sviluppi della vicenda, invocando un veloce chiarimento da parte della magistratura. “E` necessario che la magistratura si esprima quanto prima sulla vicenda – dice il presidente della commissione Antimafia Lillo Speziale – Nell`interesse primario della Sicilia, occorre un`accelerazione che porti ad un rapido chiarimento della questione”.
Lombardo nel frattempo convoca uno ad uno i suoi assessori per un breve giro di consultazioni che culmina alle 16 nella seduta straordinaria indetta negli uffici di presidenza a Catania.
Una riunione durante la quale il governatore incassa la solidarietà di tutti i membri della giunta, compresi i due assessori-magistrati Massimo Russo e Caterina Chinnici per i quali “finchè non c’è nulla di scritto, il loro rapporto col governatore resta inalterato”. A scrivere la parola fine su questa convulsa giornata, e confermare la volontà di restare al suo posto, ci pensa lo stesso Lombardo, che uscendo dagli uffici della presidenza dichiara: “Andiamo avanti sulla strada delle riforme e del risanamento – dice – a cominciare dalla finanziaria, che vareremo in giunta dopo avervi inserito tutto quello che serve. Mantenendo l’assoluta fiducia nella magistratura – conclude – questa giunta non si dimetterà, piuttosto continuerà a lavorare per il bene della Sicilia e dei siciliani”.
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