Palermo, 28 giu. (Apcom) – E’ ripreso questa mattina a Palermo il processo “Cuffaro-bis”, che vede il senatore dell’Udc ed ex governatore della Regione Siciliana imputato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Nel corso della sua arringa, il pm Nino Di Matteo si è soffermato sui presunti legami tra Salvatore Cuffaro e Michele Aiello, il manager della sanità che secondo i pentiti avrebbe avuto rapporti con le ‘alte sfere’ di Cosa nostra.
Secondo il pubblico ministero, in particolare, la moglie di Cuffaro, Giacoma Chiarelli, avrebbe trasferito delle quote diventandone, se pur “per pochi minuti” socia in affari con Aiello. Durante l’arringa, poi, Di Matteo ha affrontato il tema delle informazioni passate dall’imputato a Francesco Campanella, oggi pentito, e relative alle indagini in corso su di lui. Presente in aula, Salvatore Cuffaro ha risposto alle accuse di Di Matteo sottolineando come sua moglie non sia mai stata socia in affari di Aiello, e che i rapporti con il manager erano dovuti ad una sua intercessione per conto di altre persone, tra cui “politici e magistrati”, che necessitavano di prestazioni sanitarie. Al termine della requisitoria, il pm Nino Di Matteo ha chiesto per l’imputato una condanna a 10 anni di reclusione. A settembre toccherà alla difesa del senatore dell’Udc replicare.
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