Corleone, 2 ott. (TMNews) – Dietro il piccolo portone della palazzina al numero 24 di via Scorsone, a Corleone, tutto tace. Da questo angusto ingresso, stamani, è passato Giuseppe Salvatore Riina, figlio dello storico capo dei capi di Cosa nostra Totò, ritornato nel paese natale dopo aver scontato 8 anni e 10 mesi per associazione mafiosa nel carcere di Opera, dal quale è uscito ieri.
Nessuno risponde al citofono, ma una vicina di casa lascia intendere che all’interno vi siano comunque i Riina, che preferiscono mantenere assoluto riserbo.
In realtà qualcuno stamani Giuseppe Salvatore Riina lo ha visto. L’uomo, che oggi ha 34 anni, prima di mezzogiorno infatti si è recato al commissariato di polizia per mettere la firma sull’elenco dei sorvegliati speciali.
Lasciato il carcere, Riina jr sarebbe dovuto andare a Padova, dove era atteso per lavorare in una Onlus, ma è stato proprio questo regime di sorveglianza speciale con l’obbligo di firma, che pendeva sul suo capo a causa di una passata condanna, a causare il cambio di programma. Dunque un rientro forzato e inatteso in Sicilia, dove l’erede di Totò “U’Curtu” ha potuto riabbracciare la madre, Ninetta Bagarella e le sorelle. La permanenza nella casa materna, comunque, non dovrebbe protrarsi a lungo, dal momento che il legale di Giuseppe Salvatore Riina ha già annunciato di voler chiedere il rapido trasferimento in Veneto, così come previsto inizialmente.
Intanto dal Comune di Corleone, il sindaco Antonino Iannazzo commenta duramente la notizia, definendo “persona non gradita” Riina jr. Una preoccupazione cui fanno eco le parole di Dino Paternostro, segretario della Camera del Lavoro di Corleone, il quale, contattato da TMNews, teme che “la presenza di Riina jr condizionerebbe la vita politica, economica e sociale della società. Corleone – ha detto Paternostro – sta facendo il massimo sforzo per liberarsi dai condizionamenti mafiosi, ma è ancora come un convalescente, e ha bisogno in questa fase dello stato, per far sì che si completi il processo di liberazione”.
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