Mafia/Sms con messaggi cifrati per boss a ‘Quelli che il calcio’


Reggio Calabria, 20 ago. (Apcom)
– “Alcuni boss in regime del carcere duro meglio conosciuto come 41bis si scambiavano, usando la trasmissione ‘Quelli che il calcio’, messaggi con i familiari all’esterno”. Lo ha rivelato l’ex vice procuratore nazionale Antimafia Vincenzo Macrì durante la sua audizione nei primi giorni dello scorso mese di maggio davanti alla commissione parlamentare Antimafia.

Nella trasmissione ‘Quelli che il calcio’ in onda la domenica pomeriggio, mentre scorrono le immagini e i risultati delle partite, nel sottoschermo passa un serpentone fatto di messaggi e dediche a cui tutti possono partecipare. La soluzione è semplice, basta scrivere un messaggio e mandarlo a un numero per vederlo pubblicato qualche minuto dopo. Questo stratagemma usato da picciotti e sodali della ‘ndrangheta, naturalmente è del tutto anonimo e quindi chi gestisce il programma televisivo è del tutto all’oscuro di quanto succede.

Il magistrato, interpellato da Apcom, ha spiegato che “è difficile garantire l’isolamento assoluto e l’impenetrabilizzazione tra i carcerati e il mondo esterno. Ci sono i contatti con i legali, con i familiari, e molte volte è difficile anche intercettare dei segnali convenzionali che gli stessi si scambiano durante i colloqui, anche perchè non tutti i colloqui possono essere intercettati e videofilmati”.

D’altronde, dice ancora Macrì, “ci sono sempre i cappellani, gli agenti penitenziari e i medici che non sempre lavorano solo per lo Stato”. Che i boss dall’interno del carcere continuavano a gestire i loro affari era risaputo, ma che utilizzassero la tv di Stato ancora non si era visto. Certo, in Calabria nello scorso mese aprile, nell’ambito dell’inchiesta ‘All inside’ cordinata dal procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone e dai suoi collaboratori, il boss Salvatore Pesce nel corso di un colloquio con il figlio si raccomandava: ‘Stasera se la risposta per quell’ambasciata è positiva mi mandi questa canzone, se è negativa me ne mandi un’altra’. Perchè i boss della Piana utilizzavano le frequenze di Radio Olimpia per dialogare con l’esterno. Era stato lo stesso Salvatore Pesce a vantarsi all’interno del carcere di essere lui il proprietario di Radio Olimpia.

Fmc/Lux

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