All’aeroporto di Malpensa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella abbraccia le vittime dell’attentato terroristico di Nizza.
Lo struggente incontro con i familiari sulla pista del Terminal 2 dello scalo varesino. «Sangue innocente» lo definisce il Capo dello Stato
Sono arrivate ieri pomeriggio all’aeroporto della brughiera le salme di quattro delle sei vittime italiane del vile attacco di giovedì scorso a Nizza, sulla Promenade des Anglais. Si tratta dei pensionati milanesi Maria Grazia Ascoli e Mario Casati, rispettivamente di 90 e 79 anni, e la coppia di Voghera Angelo D’Agostino e Gianna Muset, lui 71enne e lei 69enne.
gli occhi dei turisti
La struggente cerimonia di accoglienza dei feretri delle vittime si è svolta in un irreale silenzio interrotto solo dal rumore del motore del velivolo dell’Aeronautica che ha riportato a casa le salme, sulla pista del Terminal 2 dell’aeroporto internazionale di Malpensa, dove a soltanto poche centinaia di metri di distanza si stavano imbarcando i passeggeri dei voli EasyJet per le vacanze. Anche loro, i turisti, con qualche comprensibile patema d’animo dovuto alla terribile sequenza di attentati che ha sconvolto l’Europa negli ultimi mesi.
«Si vede che la sorveglianza in aeroporto è stata molto rafforzata, ma gli ultimi episodi di Nizza e in Baviera ci dimostrano che qualsiasi cosa può diventare un’arma devastante nelle mani di questi fanatici assassini» fa notare un pensionato in partenza per Tallinn con la moglie. All’arrivo dell’aereo del Capo dello Stato, attorno alle 16, con Mattarella che viene accolto dal prefetto di Varese Giorgio Zanzi, viene comunicato il ritardo nella partenza del volo militare da Nizza, con a bordo le salme delle quattro vittime. Un 767 dell’Aeronautica militare, che atterra sulla pista di Malpensa alle 17.05.
Ad attendere i feretri, schierati in fila, orizzontale ci sono i parenti delle vittime. In mezzo a loro il presidente Mattarella, ritto e immobile per tutto il tempo, tra il governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni e il sindaco di Milano Giuseppe Sala. Al fianco di quest’ultimo ci sono il prefetto Zanzi e il presidente di Sea Pietro Modiano. Presente anche il sottosegretario agli affari esteri Vincenzo Amendola.
Di fronte a loro, i quattro carri funebri che accolgono le bare, prima di posizionarsi di fronte allo schieramento delle autorità e dei familiari. Ricoperte con la bandiera tricolore, le quattro bare vengono benedette dal cappellano dell’aeroporto, don Ruggero Camagni. All’arrivo dei feretri, il presidente della Repubblica ha fatto tre passi in avanti in segno di rispetto e poi è tornato con i parenti. Mattarella ha salutato personalmente e a uno a uno anche i familiari che accompagnavano i feretri sull’aereo. Un momento estremamente privato, tanto che, come è nel suo stile, il Capo dello Stato ha preferito abbandonare la cerimonia dopo aver omaggiato i familiari delle vittime, senza farsi ritrarre dai fotografi vicino alle bare.
«Il loro sangue innocente è stato sparso da una mano violenta e folle, armata dall’intolleranza e dal fanatismo – la dichiarazione rilasciata dal Presidente – piangendo i nostri morti e uniti al cordoglio per tutte le vittime del terrorismo, ribadiamo con forza che la violenza oscurantista del fondamentalismo di matrice islamica, come ogni forma di terrorismo, non ci piega».