In Italia almeno 5,5 milioni di persone soffrono di malattie reumatiche, ma solo 1,2 milioni sono in cura da un reumatologo e assumono farmaci appropriati. Diffuse e poco diagnosticate, ma molto invalidanti se non trattate correttamente queste malattie possono essere tenute efficacemente sotto controllo con terapie precoci e mirate.
L’appello dell’Apmar (Associazione nazionale persone con malattie reumatologiche e rare) per una maggiore conoscenza della patologia: «Lo Stato deve investire risorse per dare dignità e diritti alle persone con malattie reumatologiche: sono 22 milioni le giornate di lavoro perse all’anno in Italia con un calo di 3 miliardi della produttività».
Le malattie reumatiche sono patologie caratterizzate dall’infiammazione di articolazioni, legamenti, tendini, ossa o muscoli e che in alcuni casi possono coinvolgere anche altri organi. Se non diagnosticate e curate precocemente, possono portare alla perdita di funzionalità delle strutture infiammate.
Attualmente se ne conoscono più di cento; fra esse sono incluse l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la sclerodermia, le spondiloartropatie, la polimiosite e la dermatomiosite e la sindrome di Sjögren. Alcune sono classificate come malattie del tessuto connettivo (connettiviti), mentre altre ricadono fra le malattie infiammatorie articolari (artriti). Le malattie reumatiche hanno in comune il fatto di colpire le diverse strutture dell’apparato locomotore (non solo le articolazioni, quindi, ma anche i muscoli, i tendini e lo scheletro).
Una delle concezioni del tutto falsa è che le malattie reumatiche colpiscano solo gli anziani. Possono, infatti, colpire a qualsiasi età, anche i bambini, e sono più frequenti nelle donne.
Alla base delle malattie reumatiche c’è una combinazione di fattori genetici e ambientali. Anche se si può nascere con una predisposizione al loro sviluppo, in genere è necessario uno stimolo esterno perché inizino a manifestarsi i primi sintomi.
Fra i fattori ambientali coinvolti nell’esordio delle malattie reumatiche sono inclusi i virus, come quello di Epstein-Barr che sembra essere responsabile dell’esordio del lupus eritematoso sistemico. Inoltre la maggiore incidenza nella popolazione femminile ha portato a ipotizzare che anche gli ormoni possano giocare un ruolo nello sviluppo di queste patologie.
I sintomi più comuni delle malattie reumatiche dipendono dalla sede colpita. Per esempio possono manifestarsi con l’artrite (dolore, gonfiore e rigidità delle articolazioni colpite), sintomi da coinvolgimento degli organi interni (per esempio, difficoltà a respirare, incapacità a ingerire i cibi, insufficienza renale) e sintomi da infiammazione sistemica come febbre e stanchezza eccessiva.
Per la persona affetta da malattie reumatiche una buona informazione rappresenta uno degli aspetti più importanti del successo terapeutico.
Non c’è modo di prevenire la predisposizione allo sviluppo delle malattie reumatiche, ma uno stile di vita sano, caratterizzato da un’alimentazione equilibrata e da una regolare attività fisica, può aiutare a contrastarne la comparsa.