MALNATE Sembra essere arrivata a una svolta decisiva la crisi politica malnatese: i consiglieri dell’opposizione, infatti, salvo clamorosi colpi di scena dell’ultim’ora sono orientati a consegnare in massa le proprie dimissioni facendo cadere il consiglio comunale e automaticamente anche il sindaco Sandro Damiani.
A questo punto insomma è solo questione di tempo. Il tempo necessario per il consigliere ex forzista Michele Colasuonno di tornare dalle vacanze siciliane e aggregarsi agli altri dieci consiglieri dell’opposizione. Perché il mandato del sindaco Damiani decada è
necessario che almeno undici dei ventuno consiglieri presenti in assemblea si presenti al protocollo in contemporanea rassegnando le proprie dimissioni. Dieci già ci sono (Manini, Paganini, Centanin, Astuti, Monetti, Corradin, Bozzini, Bulzoni, Montalbetti, Bernasconi) ne mancherebbe uno all’appello. Proprio quel Michele Colasuonno che con i fatti e con le parole ha già dimostrato di poter essere l’undicesima pedina.
Lunedì sera i rappresentanti dell’opposizione (Lega, Malnate Viva, Pd) si sono ritrovati per decidere la linea da seguire e cioè se indire un consiglio comunale con all’ordine del giorno la mozione di sfiducia contro il sindaco o se rassegnare in blocco le dimissioni. Ufficialmente l’opposizione ha preferito mantenere il più stretto riserbo ma secondo indiscrezioni sarebbe prevalsa la seconda strada.
Nessuno lo dice espressamente ma le parole dei protagonisti non lasciano molti dubbi: «Il sindaco – dice il capogruppo del Pd, Eugenio Paganini – dovrebbe smetterla di dare responsabilità agli altri per i suoi errori. Le responsabilità sono tutte sue perché avrebbe potuto far approvare certi provvedimenti già quando poteva contare su una maggioranza bulgara. Il Commissario ha pieni poteri e farà tutto ciò che serve per il meglio. Ormai è una questione di ore siamo pronti a far sciogliere il Consiglio e dare la parola agli elettori».
Sulla stessa linea anche Raffaele Bernasconi di Malnate Viva: «Ancora non abbiamo scartato l’ipotesi di convocare un consiglio comunale per sfiduciarlo. Restiamo in paziente attesa di un atto di ragionevolezza e umiltà. E’ l’ultimo avviso che diamo al naufrago in difficoltà». Damiani non cede e attende il rientro di Colasuonno per capire se esiste un margine di manovra: «Se vogliono dimettersi – dice il primo cittadino ostentando serenità – lo facciano pure, se ne assumeranno poi le responsabilità con i cittadini. Ci sono provvedimenti urgenti, variazioni peraltro chieste a suo tempo dalle stesse opposizioni, fondamentali per le fasce deboli della popolazione».
A questo punto non resta che attendere un paio di giorni: tra giovedì e venerdì la situazione dovrebbe, infatti, essere più chiara in un senso o nell’altro. E i malnatesi sapranno quale sarà l’atto finale di questa crisi che sta segnando la fine anticipata dell’amministrazione cittadina di centrodestra.
Pino Vaccaro
f.artina
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