«Siamo perdenti. Questo territorio è perdente. Punto». Dario Grilanda, segretario generale della Fit Cisl dei Laghi, non ci gira tanto intorno.
«È da anni che la Fit Cisl di Varese, insieme alle altre organizzazioni confederali, pone l’attenzione sul futuro di Malpensa. È stata organizzata addirittura la manifestazione del Primo Maggio a livello regionale a Malpensa. Da anni facciamo convegni e ci ripetiamo le stesse cose, ma la politica lombarda e varesina non conta niente o ben poco, a quanto pare».
Grilanda attende di leggere il Decreto Linate firmato dal ministro dei Trasporti e delle Infrastruttre Maurizio Lupi, ma intanto commenta.
«Non vedo perché si debba essere certi che questo decreto verrà applicato. I due precedenti che portano il nome di Burlando, siglato all’apertura di Malpensa 2000 per trasferire i voli da Linate al nuovo terminal e, a seguire, il decreto Bersani che invece si limitava a ridimensionare Linate, sono stati disattesi. Perché dovrebbe essere messo in atto il Decreto Lupi?» ironizza il sindacalista.
«Non sarà questo decreto a procurare la morte di Malpensa, ma un simile, importante, aeroporto, voluto dalla politica, non può continuare a vivere di speranze, deve avere anche certezze».
La sola certezza, invece, è che «la politica romana ha un valore; quella lombarda e varesina no», incalza Grilanda. «Non ci interessano le “sfilate” della Comi quando il suo partito (Forza Italia) mentre era al governo non ha fatto niente per Malpensa; e non ci pare che le sfuriate del Pd attraverso Alfieri abbiamo prodotto un cambio di passo; lo stesso per la Lega Nord che ha mandato pure parlamentari varesini a Roma, come il Pd del resto, grazie ai quali nulla però è cambiato. Ci avranno anche provato, ma il risultato è zero. La politica varesina non conta niente e quella lombarda che avrebbe dovuto trovare una sintesi tra Malpensa e Linate non l’ha fatto».
Il nuovo Decreto, così come illustrato dal ministro Lupi a Linate il primo ottobre, farà fare un balzo in avanti al numero dei passeggeri Alitalia a Linate nel 2015 (da cinque milioni e 200mila a sei milioni e 500mila) portando gli internazionali a due milioni e 400mila passeggeri (ora sono un milione e 300mila).
Saranno più capillari i collegamenti da Linate per l’Europa, soprattutto verso la Germania dove Etihad opera attraverso Air Berlin. Le altre compagnie attive a Linate «non saranno contente e non escludo che vogliano ricorrere contro il decreto», ha già detto Osvaldo Gammino che rappresenta tutti i vettori che operano al Forlanini.
Le stesse stime enunciate dal ministro vedono Malpensa penalizzata di 200mila passeggeri all’anno prossimo, sempre targati Alitalia: si arriverà a un milione di clienti Alitalia (contro il milione e 200mila attuali su 18 complessivi dello scalo) ma con un aumento dei passeggeri sui voli intercontinentali che da 200mila dovrebbero diventare 550mila.
Eppure il sindacato non ci legge rose e fiori. Non saranno le 14 frequenze in più intercontinentali della nuova Alitalia a Malpensa a dare il là a un’impennata dei voli di lungo raggio «quelli più redditizi e che creano il lavoro, nell’handling, nel catering, nei negozi dentro l’aerostazione», rimarca Grilanda. «Noi siamo sempre pronti a mobilitarci ma chi starà con il sindacato deve voler fare davvero qualcosa».
© riproduzione riservata