– Malpensa, “carpe diem”. L’appello dell’associazione Aeroporti Lombardi mentre lo scalo torna a decollare, con i 22 milioni di passeggeri superati nel corso del 2017: «Vietato indugiare».
Ad una decade «dal fatidico 2008» del dehubbing di Alitalia che tagliò le ali all’aeroporto della brughiera, l’associazione dei “Malpensofili” che vedo nello scalo varesino «il motivo principale, anche se non esclusivo» della propria presenza ed attività, traccia un bilancio di fine anno (un 2017 che termina «in un crescendo di annunci e concrete prospettive di sviluppo») con una serie di considerazioni alla luce del record di passeggeri ma anche di una serie di novità («fatti,
non parole», dagli annunci di Norwegian e Meridiana all’inizio del rinnovo della flotta Neos e ai programmi di connessioni e transiti presentati da easyJet) che accompagnano verso «un nuovo anno con un programma già ben definito di espansioni significative». L’associazione presieduta da Roger Zanesco dà merito alla dirigenza Sea del fatto che «con perseverante volontà anche dalle chine più scoscese si può risalire» e sottolinea che «si sta aprendo un nuovo ciclo». Ma l’ottimismo dei 22 milioni di passeggeri e di una lunga serie di mesi in crescita a doppia cifra non basta. «I presupposti per ben sperare ci sono tutti ma il mondo corre veloce – sentenzia Aeroporti Lombardi – vietato indugiare: il motore del trasporto aereo, elemento fondamentale per la parte più importante dell’economia di tutto il Paese, deve poter girare a pieno regime senza intoppi». Insomma, su alcuni assi di sviluppo occorre procedere in modo convinto e senza remore. A partire dalle opere strutturali per sostenere la crescita dei passeggeri, come «l’adeguamento del T1, magari con un nuovo satellite sul lato Nord e la connessione tra T1 e T2 per poter affrontare transiti tra easyJet ed il resto del mondo in modo fluido e “naturale”», e dalla lotta all’«abusivismo e malcostume», per passare alla «cura puntuale della manutenzione minuta», dalle scale mobili fuori uso ai pannelli del soffitto divelti. Ma soprattutto è il capitolo infrastrutturale che per Aeroporti Lombardi risulta «importantissimo» per poter dare il respiro necessario allo scalo. «Sulla carta e nelle intenzioni tutto è definito – sottolineano Zanesco & C. – dal collegamento su ferro tra T2 e Gallarate, all’incremento della capacità dei binari tra Gallarate e Rho, per il traffico su gomma il collegamento della 336 Nord con la Pedemontana e l’attuale innesto della 336 sulla A8 a Busto Arsizio, situazione da autentica spada di Damocle». Ma su tutto l’asse Arese-A8-336 la situazione è «caotica, già ora con Malpensa a 22 milioni, nei momenti di punta», pertanto qualche intervento va immaginato. Perché se «dieci anni fa con Malpensa a 24 milioni di passeggeri la situazione era sopportabile, visto che quasi 7 milioni erano di transiti», oggi la prospettiva è di «arrivare e superare i 25 milioni di passeggeri, gran parte dei quali utenti di mezzi su gomma, mentre dalla ferrovia arriverà certamente un valido contributo, ma con il freno a mano tirato finché non si metterà mano alle frequenze ed a una destinazione milanese univoca tenendo presente in modo prioritario alle necessità aeroportuali». Insomma, Aeroporti Lombardi invoca «una progettualità proiettata almeno nel medio periodo e che abbia una visione d’un quadro d’insieme in modo organico».