VARESE – “Sarebbe gravissimo distruggere la preziosa brughiera nella valle del Ticino per ampliare l’aeroporto Malpensa. Per di più violando regole nazionali ed europee e puntando tutto su un piano di sviluppo vecchio di quarant’anni in un territorio che vede già ben tre aeroporti nel bacino milanese e altrettanti nel territorio lombardo. Non può essere questo il futuro per Malpensa. Eppure è ciò che vuole Regione Lombardia. Ho presentato un’interrogazione parlamentare ai ministri Pichetto Fratin e Sangiuliano per sapere come tutto questo possa essere in linea con gli obiettivi climatici e rispettare le direttive europee a tutela della biodiversità”. Così, in una nota, la co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, Eleonora Evi.
“La nostra richiesta ai ministri dell’Ambiente e della Cultura – afferma – è chiara e precisa: l’ampliamento dell’area cargo dell’aeroporto di Malpensa rappresenta una minaccia diretta alla Brughiera del Gaggio, un’area di incredibile valore naturalistico e storico, un patrimonio che rischia di essere cancellato, come intendono tutelarlo? Come intendono rispettare il parere tecnico della Commissione VIA che esclude che l’area cargo merci si realizzi al di fuori del sedime aeroportuale? Inoltre ci dicano se esiste un progetto di sviluppo complessivo del traffico passeggeri e merci che tenga conto di tutte le infrastrutture aeroportuali presenti nel bacino milanese perché la mancanza di una visione integrata e complessiva potrebbe portare a decisioni affrettate e potenzialmente dannose per l’ambiente e la salute dei cittadini. Inoltre, in un contesto in cui il progetto ‘Malpensa 2035’ è considerato strategico, è fondamentale valutare se sia compatibile con gli attuali scenari economici, in particolare alla luce della riduzione del tasso di crescita degli interscambi commerciali, e con gli obiettivi del piano europeo Fit For 55″. “È imperativo chiedersi come sia possibile rispettare le direttive europee e nazionali in materia di clima, ambiente e biodiversità attuando un progetto che prevede la distruzione di un’area di interesse naturalistico prioritario”, conclude.