VARESE Dovrà rispondere di maltrattamenti una giovane educatrice che nel 2008 operava alla «Associazione per la pedagogia curativa e socioterapia antroposofica La Monda» di Arcisate, accusata da un’ospite della struttura di utilizzare metodi tutt’altro che ortodossi. La comunità non c’entra: le accuse riguardano solo l’operatrice.
Lo ha deciso ieri mattina il gip Cristina Marzagalli, che ha accolto la richiesta della procura varesina (pm Massimo Politi, in udienza ieri la collega Sabrina Di Taranto) di rinvio a giudizio a carico di una educatrice appena ventenne ai tempi dei fatti, svoltisi nel 2008. Un anno prima aveva preso a frequentare il centro, solo nelle ore diurne, una sua coetanea affetta da sindrome di Moebius, oltreché da un grave handicap fisico dovuto alla mancanza di piedi e mani. Inizialmente le cose sembravano andare bene, al punto che la giovane dopo un anno decise di prendervi alloggio anche per la notte per cinque giorni la settimana.
Ma a questo punto sarebbero iniziati i problemi. Fatto è che la ragazza al rientro a casa si mostrava sempre più cupa e triste, fino a quando si è confidata con i familiari, ed ha raccontato dei metodi di quella operatrice. «Un racconto molto circostanziato – spiega il suo legale, avvocato Alberto Zanzi, con il quale si è costituita parte civile – Docce fredde e non solo. Una volta, a causa della incontinenza della mia cliente, l’educatrice avrebbe lasciato che si defecasse addosso, un’altra volta addirittura le avrebbe spalmato le sue feci sul volto, poi ancora l’avrebbe lasciata con le mutande umide di pipì, “così impari” le avrebbe detto».
Nel 2009 la denuncia: la procura ha raccolto alcune testimonianze, da parte di un altro educatore e di un altro ospite della struttura. Ieri il rinvio a giudizio. A nulla, per ora sono valse le indagini difensive prodotte dall’avvocato dell’imputata, sulla base di testimonianze di altri operatori, secondo le quali gli episodi incriminati non sarebbero mai accaduti. Il processo si svolgerà il 2 febbraio 2012 di fronte al giudice Ottavio D’Agostino.
Franco Tonghini
f.tonghini
© riproduzione riservata