Mamma Bruna e la pallacanestro che regalava sogni dopo la guerra

«Ho visto nascere la pallacanestro Varese». Bruna Rogora, vedova Baggiani, è una varesina doc. Che, con i suoi ricordi, ci porta a toccare un capitolo di storia varesina forse poco noto: quello della nascita della pallacanestro Varese prima dell’arrivo di Bulgheroni e di Borghi.

Quella pallacanestro “di popolo” ante-Ignis, che la gente si affollava a guardare nelle palestre delle scuole, su sedie di fortuna quando c’erano, altrimenti tutti in piedi appassionatamente.

Bruna Rogora fu la prima segretaria di quella squadra nascente che poi ebbe la storia che tutti conosciamo e che ancora oggi porta i varesini a fare il tifo per lei al palazzetto dello sport.

Bruna ricorda quei giorni con un po’ di nostalgia: era il 1948. La guerra era finita da poco e si respirava aria di ripresa economica e di voglia di fare. La donna all’epoca lavorava otto ore al giorno, sabato compreso, sempre con il sorriso sulle labbra. «Sono una varesina doc di 85 anni»spiega Bruna, seduta nel suo salotto, a Bosto. Sulle sue ginocchia un memoriale scritto a mano per tramandare i fatti della sua vita ai tre figli Giulia, Massimo e Stefano.

«Oggi quando si parla della pallacanestro Varese si cita spesso Edoardo Bulgheroni come primo presidente di quella società sportiva, ma non si ricorda mai il primissimo presidente federale che fu Angelo Bettinelli allora titolare di una fabbrica che produceva lettini e carrozzine di lusso per l’infanzia. Per lui lavoravano 22 operai».

La signora Bruna spiega che Angelo Bettinelli era anche titolare di due negozi di articoli per l’infanzia: uno si trovava in piazza Monte Grappa a Varese e l’altro a Milano in piazza Cavour.

Bruna era l’unica impiegata amministrativa: si occupava del rifornimento dei negozi e, se c’era da seguire qualche cliente negli acquisti, faceva pure quello. Insomma, «ero una vera lavoratrice tuttofare».

A un certo punto nel suo ufficio arrivò il giocatore Enrico Garbosi, quello a cui oggi è dedicato il Trofeo Garbosi, e che all’epoca era un giovinetto.

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