– «Difendiamo il punto nascite all’ospedale di Angera». Lo ha chiesto il sindaco in una lettera inviata al presidente di Regione Lombardia, . Una richiesta nata negli ultimi giorni, dopo che lo scorso 7 marzo una mamma ha partorito prematuramente nel parcheggio dell’ospedale di Angera. Se non ci fosse stato un punto nascite sarebbe stato un guaio.
«Una settimana fa – ha sottolineato il primo cittadino – il presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni, aveva inviato al ministero della salute una richiesta di deroga alla chiusura dei punti nascite di Chiavenna e Bormio,
perché nonostante avessero meno di 500 parti all’anno svolgevano una importante funzione di presidio territoriale. L’episodio accaduto il 7 marzo scorso, di una madre che riusciva a raggiungere l’ospedale di Angera e partoriva, pretermine, praticamente sull’ingresso del Pronto Soccorso, evidenzia l’importanza svolta dal reparto di Ginecologia e ostetricia (supportate dalla pediatria ed eventualmente dal rianimatore) con specialisti presenti 24 ore al giorno presso questo ospedale».
Molgora ha rilanciato l’importanza di questo servizio: «Casi come questi – sottolinea – non sono una eccezione, perché nell’ultimo anno vi sono stati altri due casi analoghi. Questo dimostra l’importanza di avere un presidio territoriale anche per il punto nascita, nello spirito della riforma sanitaria della Lombardia che vuol garantire un servizio sanitario puntuale e tempestivo. Con lo spirito di non perdere, per pura contabilità sanitaria, un importante sevizio sanitario, ho inviato una lettera al Presidente della Lombardia Maroni per chiedere che analoga richiesta di deroga venga inviata a Roma anche per l’ospedale di Angera». Anche il Direttore generale dell’Asst di riferimento (Asst della Valle Olona), ha inviato una richiesta di deroga alla Regione.
Ed è intenzione del sindaco di Angera di chiedere un incontro col presidente della Regione per parlare di questo tema e di quello relativo alla divisione territorio dell’area e ospedale di Angera che al momento si trovano divisi. Infatti, per il momento, l’ospedale di Angera non ha una gestione unitaria col proprio territorio di riferimento.
«Su questo tema – spiega Molgora – si sta trovando una ampia convergenza tra i diversi vertici tecnici ed i rappresentanti politici perché si arrivi ad una soluzione. Questo risultato sarebbe importante per una corretta gestione dei cittadini-pazienti, nello spirito di una riforma che mirando alla “presa in carico del paziente” dispone che le strutture ospedaliere e territoriali concorrano tutte insieme a soddisfare le esigenze sanitarie di una determinata area geografica».