Mangiare senza vedere. La cena al buio in pizzeria

Il gestore della Santa Lucia propone la serata con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti

Domani, in una sala del ristorante Santa Lucia di via Carcano 14, si mangia al buio. Il ristorante di Gianni Raio, infatti, una volta al mese ospita la «cena al buio» dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Varesini.

La serata si basa su una sfida: gli ospiti accettano di fare a meno del senso della vista, facendosi guidare nella cena solo dal gusto, dal tatto e dall’olfatto. Al buio inizia viaggio che per i commensali durerà il tempo di un pasto, ma che avvicinerà per sempre la loro sensibilità ai non vedenti. Saranno proprio alcuni volontari ciechi, infatti, ad accompagnare gli ospiti durante la cena al buio, insegnando loro come muoversi in un universo dai contorni nascosti, che bisogna tastare per conoscere, assaggiare per comprendere, immaginare prima che giudicare. Il tutto è reso più stimolante dalle portate, studiate apposta per stimolare curiosità.

«Mi sono appassionato a questa iniziativa per l’amicizia con Angela Mazzetti, ex presidente dell’Unione dei Ciechi di Varese – racconta Andrea Lisi, organizzatore dell’evento e volontario di Uici – La serata si svolge così: all’inizio le persone prenotate vengono radunate per un aperitivo di benvenuto. Poi, a gruppi di sei, gli ospiti seguono i volontari non vedenti in una taverna del ristorante, precedentemente oscurata. Quando tutti sono nella taverna, vengono servite pietanze a sorpresa. La difficoltà di trovare posate, cibo e bicchieri accende un clima di contagiosa allegria. L’esperienza è anche importante per utilizzare i sensi ed è divertente per i convitati riuscire a indovinare quello che stanno mangiando. Le guide danno consigli su come affrontare la sfida. Durante la cena ci sono anche animazioni, canti, giochi di approfondimento, attività studiate per far capire cosa vuol dire vivere senza vedere».

I commensali non sono bendati, ma nella tavernetta non si vede nulla grazie alla posa di tendaggi. Solo alla fine la luce sarà accesa e le persone avranno percezione dell’ambiente in cui sono state. Spesso vi è uno scarto tra la realtà e l’immaginazione. La serata termina con un o scambio di commenti.

Mediamente, ad ogni appuntamento, partecipano tra le 15 e le 30 persone sempre diverse. «Ma c’è chi ritorna, per ripetere l’esperienza e per farla provare a qualche amico» continua l’organizzatore.

«Il buio vi farà dimenticare gli affanni della giornata. Sarà un’opportunità di stare insieme più intenso, non sentendosi osservati ma certamente più ascoltati» è il commento del presidente Uici Gaetano Marchetto.

Per partecipare alla serata bisogna dare un contributo, che deve essere minimo di 35 euro, quota che comprende una donazione per la sezione di Varese dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. La partecipazione è aperta a tutti, a patto di lasciare a casa oggetti che emettono luce, come cellulari, accendini e orologi. Per informazioni e prenotazioni: http://www.uicivarese.org/cene-al-buio.html.