Manovra/ Berlusconi archivia fair play: Opposizione criminale

Parigi, 1 set. (TMNews) – Furia Berlusconi a Parigi. E’ un Cavaliere visibilmente nervoso, quello che al termine del vertice internazionale sulla Libia rispolvera parole d’ordine da campagna elettorale, dopo settimane di cautela all’insegna del fair play istituzionale invocato da Giorgio Napolitano. Pronuncia frasi durissime, attacca “l’opposizione e la stampa di sinistra” bollate come “criminali e antiitaliane”. Ma decide anche di mandare segnali inequivocabili in chiave interna, a partire da quello lanciato a chi nella maggioranza non intende toccare l’Iva, come il ministro Giulio Tremonti: Per ora no, ma se necessario per garantire il pareggio di bilancio “il premier con un provvedimento può decidere di aumentarla da un giorno all’altro”.

E’ un Berlusconi già irritato (eufemismo) quello che giunge a Parigi inseguito dalle notizie dell’arresto di Tarantini, nell’ambito dell’inchiesta che lo indica come vittima di un ricatto. Appena atterrato gli leggono le agenzie che riportano di suoi colloqui con Lavitola, che raccontano di un Presidente del Consiglio pronto a lasciare la politica e l’Italia. “Cose che non esistono, dette con un sorriso o per paradosso”, giura a sera, nessun passo indietro è prossimo e anzi il rinnovato impegno è a “restare per cambiare l’Italia”. Quasi urla, a favore di telecamera, stesso tono di voce scelto per attaccare un’opposizione e una stampa anti italiana, criminale, colpevole di “aizzare la speculazione” e mettere a repentaglio il Paese. Questo Berlusconi ha detto a Barroso e Van Rampuy, così come alla Merkel, in modo da “rassicurarli”.

Eppure la partita della manovra non è chiusa, Berlusconi lo sa. I ministri sono in fermento, i tagli ai ministeri sono giudicati insostenibili, Confindustria preme e boccia la manovra. Il premier è stretto nella morsa. Di certo della situazione e dei prossimi delicati passaggi ha discusso oggi in una telefonata con il ministro Tremonti. Al Pdl, intanto, manda a dire con nettezza che non devono esserci defezioni: “Sanno tutti cos’è la disciplina di partito”. E agli industriali, che prima “aspettano” le mosse del governo e poi “criticano”, dedica un’altra ‘sberla’: “Siamo nel giusto, andiamo avanti per la nostra strada”. Quanto al capitolo Iva, Berlusconi usa la linea della fermezza: “Non capisco perché si fa polemica e si ciarla di Iva, è una riserva” da attivare anche “da un giorno all’altro”, su impulso dello stesso capo del governo. O, in alternativa, da introdurre per “tre mesi, alzandola di due punti percentuali”.

Resta il problema dell’inchiesta e delle intercettazioni. Il Cavaliere è infuriato, ridimensiona la portata delle parole contenute nei brogliacci. Ma, riferiscono alcune fonti, il timore è che possano uscire sui giornali altre intercettazioni, nelle quali lo stesso premier utilizzerebbe termini capaci di metterlo in imbarazzo.

Tom

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