Roma, 16 dic. (TMNews) – A rischio il voto finale di questa sera sulla manovra economica a causa del ritardo nell’esame degli ordini del giorno. Fonti parlamentari di maggioranza e di opposizione spiegano che alla base del ritardo ci sarebbe la lentezza con la quale il governo, più precisamente il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, sta esaminando i documenti presentati dai gruppi parlamentari, in tutto 250.
Non è dunque la Lega a voler portare a domani il voto finale, questa la voce che circolava in Transatlantico, e il capogruppo Marco Reguzzoni lo spiega: “Noi vogliamo rispettare l’impegno preso ad ascoltare il presidente del Consiglio Mario Monti alle 19 ma se il governo non è in grado di dare i pareri entro venti minuti sarà impossibile finire stasera e il voto finale slitterà a domani”.
Gli ordini del giorno presentati sono in tutto 250, quelli della Lega sono 56 e in conferenza dei capigruppo il Carroccio si è impegnato a ridurre i tempi dei suoi interventi per permettere il voto entro stasera se il premier fosse venuto in Aula. Ma il numero elevato di odg presentati anche dai gruppi che sostengono la maggioranza, quindi anche da parte del Pd, supera le centinaia e sta rallentando l’esame dell’Aula dal momento che il governo esprime il parere e interviene sui singoli documenti, mentre di solito, spiegano deputati della maggioranza esperti dei lavori parlamentari, il governo concorda prima con le forze politiche il parere che intende dare in modo da rendere più rapido il voto. Dietro anonimato qualcuno osserva che “forse i professori non hanno ancora capito come funziona il Parlamento”.
Gal
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