Cominciano a delinearsi le nuove modifiche che avranno il timbro di Palazzo Madama alla Legge di stabilità. Diversi ritocchi saranno «pescati» tra i 3.800 emendamenti presentati dai senatori, ma altrettanto nutrito sarà il pacchetto che sta mettendo a punto il governo.
Ieri una lunga riunione con Matteo Renzi è servita a fare il punto con gli staff di Palazzo Chigi e Tesoro almeno sulle grandi questioni. E sembrerebbe tramontare definitivamente l’idea, caldeggiata in un primo momento dallo stesso premier, di usare il veicolo della manovra per la riforma delle tasse locali sulla casa.
Niente local tax, insomma, nonostante la discussione nel governo sia stata aperta fino all’ultimo. Ma dopo il lungo confronto del pomeriggio di ieri, il cui argomento principale sarebbe stato proprio la revisione di Imu-Tasi, anche lo staff di Palazzo Chigi si sarebbe convinto dell’opportunità di rinviare la riforma a un provvedimento ad hoc. All’interno del governo sarebbe invece maturata, ma una decisione definitiva sarà presa oggi, la convinzione dell’opportunità di abbassare la tassazione sui fondi pensione, che al momento la manovra prevede passare dall’11 al 20%.
L’asticella si dovrebbe fermare al 17% (poco più di un centinaio di milioni di copertura), nonostante il pressing del Pd per cercare di scendere anche al di sotto di questa soglia. Dall’esecutivo arriverà, come assicura il vice ministro dell’Economia Enrico Morando, un ritocco alle norme sui giochi «anche in risposta ai rilievi della Ue». Sul tavolo ci sarebbero alcune modifiche «tecniche» alle norme per la regolarizzazione della «zona grigia», per rendere più solide agli occhi di Bruxelles le entrate previste. Mentre potrebbe saltare l’aumento del Preu (il prelievo su slot e videolotterie), tema rimandato al decreto giochi della delega fiscale, sostituito da una riduzione dell’aggio per il comparto (un risparmio certo, quest’ultimo, che dovrebbe attestarsi attorno a 300 milioni).
Sempre in emendamenti del governo si dovrebbero tradurre gli accordi con Regioni (per rimodulare i tagli) e Province (per risolvere il problema della mobilità del personale), così come sarà l’esecutivo a modificare il «pacchetto fiscale» su minimi, macchinari «imbullonati» e Irap.
Ritocchi, su quest’ultima voce, per venire incontro alle piccolissime aziende, mentre il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan rivendica la bontà dell’intervento che «consentirà un alleggerimento complessivo dell’Irap di ben il 30%».
Altri nodi su cui preme il Parlamento sono le Fondazioni, il rifinanziamento per il collocamento dei disabili, il taglio ai patronati, il credito d’imposta per la ricerca anche per le reti di imprese e l’allargamento della platea che potrà beneficiare degli sgravi Irap, che arriverebbe anche a stagionali e lavoratori agricoli.