«L’ipotesi di mantenere i due presidi secondo me non è sul tavolo. Se l’accordo dovesse fallire le due città dovrebbero rassegnarsi ad avere due mezzi ospedali». Così , direttore Generale dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale della Valle Olona, durante la sessione congiunta della Conferenza dei Capigruppo, della commissione Pianificazione territoriale e del Walfare, ha definito la scelta davanti alla quale si trovano oggi Gallarate e Busto Arsizio per la realizzazione dell’ospedale unico. Insomma, «dobbiamo decidere se vogliamo fare un salto e salire di un gradino oppure restare fermi a difendere un gradino dal quale primo o poi saremo costretti a scendere».
Il punto è chiaro: bisogna evitare di diventare marginali all’interno del sistema sanitario in Lombardia. Dal direttore dell’Asst arriva una rassicurazione: «Fino a che non ci sarà una data ufficiale sull’apertura del nuovo ospedale, i due ospedali non saranno oggetto di disinvestimenti». Una scelta che può sembrare un controsenso ma la sicurezza e la qualità dei servizi offerti ai pazienti vengono al primo posto perchè «stiamo iniziando un percorso lungo i cui – precisa Brazzoli – se tutto fila liscio ci vorranno 4 o 5 anni». Per quanto riguarda il futuro delle sedi dei due attuali nosocomi ,«i sedimi dovranno contenere tutto quello che non fa parte dell’ospedale operativo» sottolinea Brazzoli e, conti alla mano, «per soddisfare questa necessità saranno necessari due padiglioni. A Gallarate c’è e ci sarà la sede aziendale per la presa in carico dei malati cronici».
Ed il resto? Come già anticipato più volte, è una decisione che dovranno prendere le amministrazioni comunali in base «alle esigenze della città – continua Brazzoli – Potrebbe diventare la “casa” delle sedi che ad oggi sono sparse sul territorio, ambulatori per persone inserite in un percorso clinico o gruppi di medici di famiglia».
Per il consigliere di Città è Vita «su quel che resta – interviene – si costruisce, almeno in termini di destinazione, la Gallarate del futuro».
Come prevedibile, si è toccato anche l’argomento del budget necessario per realizzare il nuovo nosocomio. «Ho sentito parlare di 500 milioni – continua il numero uno dell’Asst – ma da tecnico posso dire che tutto dipende dalle specializzazioni che voglio inserire». Per questo, secondo Brazzoli, chi ora parla di cifre esatte «la butta in politica», perchè per essere certi «bisogna aspettare lo studio di fattibilità».