New Orleans, 4 giu. (Ap) – La speranza si alterna al pessimismo nell’ennesimo tentativo della Bp di fermare la falla di greggio nel Golfo del Messico. I tecnici sono riusciti, grazie all’utilizzo di una gigantesca cesoia manovrata da robot sottomarini, a tagliare la tubatura sui fondali all’origine della fuoriuscita di petrolio, ma il taglio risulta frastagliato e quindi difficile da “incappucciare”.
Il dispositivo previsto dalla British Petroleum è quello di un imbuto che poi, collegato a un tubo, permetta di pompare il petrolio verso una nave cisterna in superficie. Ieri sera, il video mostrava la posa dell’imbuto a circa 1.600 metri di profondità. Ma l’enormità della fuoriuscita di greggio che continua a riversarsi nelle acque dal pozzo, non permette agli ingegneri di assicurarsi che l’imbuto sia stato sistemato correttamente.
Il numero uno della Bp, Tony Hayward, ha detto ieri sera che ci vorranno “tra le 12 e le 24 ore” per sapere se l’operazione è effettivamente riuscita, sottolineando però che “vi è comunque un rischio” di insuccesso. La Bp prevede poi di costruire due pozzi di soccorso che dovranno essere operativi a metà agosto, per bloccare definitivamente la marea nera.
Segnale della gravità della situazione, 45 giorni dopo l’inizio di quella che si è poi rivelata come la più grave catastrofe ambientale nella storia degli Stati uniti, il presidente Barack Obama ha deciso di tornare oggi in Louisiana, terza visita nella regione.
La macchia nera intanto è arrivata a una decina di chilometri dalle coste della Florida, sfiorando le spiagge di sabbia bianca di Pensacola, meta turistica particolarmente apprezzata.
Fcs
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