Rabat, 29 apr. (TMNews) – Le autorità marocchine stanno seguendo “tutte le piste, compresa quella di Al Qaida” nelle indagini sull’attentato avvenuto ieri a Marrakech e costato la vita a 16 persone: lo ha dichiarato il ministro dell’Informazione di Rabat, Khalid Naciri, precisando che il processo di riforma avviato in Marocco non sarà messo a rischio da alcun tentativo di destabilizzazione.
“Siamo impegnati in un processo di riforma globale, riguarda tutti i settori e che non sarà rimessa in discussione: la decisione è presa”, ha concluso il Ministro, che non ha voluto “puntare il dito accusatore” contro alcuna organizzazione.
Intanto è salito a 16 il numero dei morti nell’attentato avvenuto ieri a Marrakech: due dei feriti sono infatti deceduti questa notte in ospedale, come hanno reso noto fonti governative marocchine.
Tra le vittime, delle quali almeno undici di nazionalità
straniera, vi sono sei francesi – cifra confermata
ufficialmente da Parigi – e un olandese, mentre tra i 21 feriti
risultano secondo fonti ospedaliere sette cittadini francesi, due olandesi, due svizzeri, due russi e due tunisini.
Il ministro delle Comunicazioni marocchino, Khalid Naciri ha
definito ieri l’attentato “un atto terroristico”: “Il Marocco si
torva di fronte alle stesse minacce del 2003”, ha concluso il
Ministro, alludendo alle stragi di Casablanca che il 16 maggio
del 2003 provocò 45 morti. Il monarca Mohammed VI ha ordinato
un’inchiesta “rapida e trasparente” chiedendo che l’opinione
pubblica venga informata al più presto dei suoi esiti.
L’esplosione è stata attribuita a un “atto criminale”, sebbene
al’inizio fonti del Ministero degli Interni marocchino avessero
parlato di “cause accidentali”: “L’origine delle esplosioni è
accidentale e sarebbe stata dovuta allo scoppio di numerose
bombole di gas”, avevano reso noto le fonti, precisando che la
deflagrazione è avvenuta in un locale della piazza di Jamaa
el-Fna, assai frequentata dai turisti.
La dinamica dell’attentato non è ancora chiara: secondo alcuni
testimoni si sarebbe trattato di un kamikaze – ipotesi suffragata anche dalla polizia marocchina, in base alle prove forensi finora raccolte – mentre per altri un uomo avrebbe lasciato una valigia all’interno del locale uscendo prima dell’esplosione. Secondo fonti ospedaliere il corpo di una delle vittime sarebbe infatti stato “fatto a pezzi”, il che potrebbe indicare la presenza di una cintura esplosiva.
Mgi
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