Impresa solo sfiorata per Vincenzo Nibali a Cambrai. Quella sul pavé doveva essere la sua giornata, doveva attaccare, doveva provarci per ricucire lo strappo da Chris Froome.
Nell’inferno che di solito fa da coreografia alla Parigi-Roubaix, il tedesco Tony Martin si porta a casa tappa e la tanto attesa maglia gialla con un’azione perentoria a 3 km. dal traguardo. Quando parte Martin, non lo prendi più.
Eppure Vincenzo Nibali aveva attaccato a più riprese nei sette settori di pavé, riuscendo talvolta a staccarsi dalle ruote anche un coriaceo Froome. Alla fine, però, il siciliano non è riuscito a fare la differenza sperata, e il distacco dal keniano bianco, così come quello da Contador, è rimasto pressoché invariato.
Sul percorso, solo per la tappa di ieri, c’era anche Stefano Zanini, membro dello staff tecnico Astana, che commenta così la giornata sul pavé
e anche l’avvio zoppicante della squadra kazaka in questa Grande Boucle: «È andata bene lo stesso, non siamo riusciti a guadagnare nulla però non abbiamo nemmeno perso tempo. Sul pavé può sempre capitare di tutto, quindi portiamo a casa anche il lato positivo. La grande differenza rispetto alla tappa sul pavé dello scorso anno l’ha fatta il tempo, perché con la strada asciutta la giornata si fa più semplice. Nonostante ciò, è pur sempre il pavé e non è mai una tappa come tutte le altre».
Dove Vincenzo sperava di fare la differenza, Froome, Contador e Quintana non si sono tirati indietro ed hanno risposto presente: «Può darsi che anche gli altri si siano preparati diversamente. Anche se c’è da dire che Froome l’anno scorso si ritirò ancora prima del pavé, quindi è difficile avere un metro di paragone su di lui. Di certo hanno corso bene anche gli altri. Vincenzo ha attaccato dimostrando di avere una grande gamba, però purtroppo non è mai riuscito a fare il buco. Siamo tranquilli, da lui abbiamo risposte positive e soprattutto sappiamo che il Tour è lungo».
Il distacco tra Nibali e gli altri è frutto dell’harakiri di squadra nella seconda tappa.
Zanini non fa sconti a nessuno commentando quel giorno nero: «Domenica non siamo stati all’altezza della situazione, non siamo stati attenti. La squadra purtroppo ha un po’ dormito e certe disattenzioni al Tour non te le puoi permettere. C’è sempre da stare all’erta. Avere dei minuti di ritardo ora moralmente non è il massimo. Però ho avuto modo di scambiare due parole con Vincenzo, è sereno e abbiamo visto tutti che la gamba è quella giusta».
Chi è partito a fionda, invece, è Chris Froome, deciso a riscattare la scorsa stagione, avara di successi: «Non bisogna mai sottovalutare certi campioni – commenta Zazà, assolutamente non sorpreso del grande inizio del britannico – Ha già vinto un Tour in passato e sa come si corre. L’ho visto carico e motivato, però ci siamo anche noi. L’ultima settimana è molto dura, c’è ancora tanto terreno per recuperare. Se poi dovesse mantenere questo ritmo fino alla fine, bravo lui».
Sempre in tema ciclismo, discostandoci per qualche secondo dal discorso Tour de France, si affievoliscono e non di poco le speranze di vedere il Giro d’Italia in provincia di Varese l’anno prossimo. È ormai ufficiale la partenza dall’Olanda, dove si disputeranno tre tappe seguite da un giorno di riposo per il rientro in Italia, che con ogni probabilità avverrà in Sicilia, per onorare i successi recenti di Vincenzo Nibali.
Molto probabile poi che il Giro risalga lo Stivale puntando ad est, verso il Veneto ed il Friuli. Stando a fonti affidabili, sarebbero tagliate di netto Milano e la provincia di Varese.