Condannato all’ergastolo il killer di , ucciso 13 anni fa a colpi di roncola durante una rapina. , romeno di 47 anni, era stato arrestato lo scorso marzo dopo 13 anni di latitanza: si era nascosto in Germania dove lavorava come cuoco. L’uomo in aula non ha detto una parola. La difesa: «nessuna prova a suo carico se non una chiamata in correità. Ricorreremo in appello». Il gup ha accolto in toto la richiesta del pm : carcere a vita per il quarantasettenne. L’arresto su mandato di cattura europeo era arrivato a marzo: Ossola, 87 anni, fu ucciso a colpi di roncola nella vecchia cascina di Comerio dove viveva solo e in modeste condizioni.
Era stato massacrato nella notte tra il 10 e l’11 settembre 2004. Sinuaschi per l’accusa lo uccise per rapinarlo. Con lui c’era il complice , all’epoca venticinquenne, suo connazionale, che fece da palo. Nastase fu arrestato pochi giorni dopo un secondo delitto: quello di , fruttivendolo di 60 anni, assassinato a coltellate nella sua abitazione di Novara il 15 settembre 2004. Sempre a scopo di rapina.
La coppia killer commise due omicidi e una violenza sessuale, nel milanese, in quattro giorni. Nastase fu arrestato in seguito al delitto Zito, mentre il Ris di Parma a Comerio individuò le sue impronte digitali nella casa di Ossola. Lui era l’elemento comune ai due omicidi.E Nastase interrogato parlò. Disse che a uccidere materialmente Zito era stato lui, accollandosi la responsabilità della mattanza novarese, ma che a massacrare a colpi di roncola Ossola a Comerio era stato Sinauschi.
A turno si erano scambiati i ruoli di palo e carnefice. Sinauschi era però nel frattempo sparito nel nulla. L’uomo si spostava molto spesso tra l’Italia e l’estero.
Era stato lui a portare Nastase in Italia ed era stato lui a portarlo da Ossola per la rapina. Sinauschi aveva fatto qualche lavoretto per la vittima e sapeva che in casa nascondeva del denaro. I carabinieri avevano capito immediatamente che gli autori del delitto a scopo di rapina conoscevano la vittima: Ossola viveva in condizioni modeste in una cascina affatto appariscente. Nulla che potesse attirare l’attenzione di un rapinatore.
Gli autori dell’aggressione erano andati a colpo sicuro: i militari ne hanno avuto conferma quando, nascosti nella legnaia di Ossola, hanno trovato 4 mila euro in contanti e alcuni libretti di risparmio. Gli assassini sapevano che in casa era nascosto del denaro. Sinauschi si era reso irreperibile ma i carabinieri non hanno mai smesso di cercarlo. Nemmeno sui social network: individuando, infine, il suo profilo Facebook. C’era una sua foto profilo e l’unico accorgimento preso era stato quello di usare il suo secondo nome: Daniel.
I militari hanno spiccato il mandato di cattura internazionale. Ieri è arrivata la prima condanna.