CUNARDO – Una coppia dopo aver celebrato la propria festa di matrimonio in grande stile, ha scoperto solo dopo di non essersi mai effettivamente sposati. Questa spiacevole notizia è stata da loro appresa solo dopo aver richiesto la licenza di matrimonio. I coniugi si sono dunque mossi immediatamente denunciando l’allora sindaco di Cunardo, Angelo Morisi, e i gestori – padre e figlio – della villa utilizzata per feste e altri eventi privati. Infatti, la splendida sede scelta per celebrarlo, un’immensa villa di Cunardo immersa nel verde, non era una struttura abilitata, dunque il matrimonio civile non era valido.
Sono stati accusati di frode tutti e tre, ma sull’ex sindaco ricade la condanna maggiore. Egli è infatti accusato anche di appropriazione indebita per i 300 euro che avrebbe ricevuto dalla coppia per la cerimonia nuziale, che non era altro che un matrimonio all’americana: una festa con arrivo in limousine, musica dal vivo e un banchetto che è costato alla coppia 9.000 euro. Soldi che, secondo la Procura, rappresentano un danno economico, visto che i futuri sposi erano convinti che quel giorno non solo avrebbero festeggiato ma si sarebbero anche sposati.
La coppia, che si è sposata con una seconda cerimonia pochi mesi dopo l’evento, è ora parte offesa nel processo in corso presso il Tribunale di Varese. I gestori della villa, difesi dall’avvocato Augusto Basilico (sostituito in aula oggi, martedì 4 giugno, dall’avvocato Greta Forlin), ritengono di non aver ingannato la coppia perché avevano presentato con chiarezza la natura del loro servizio, scelto da molte altre coppie all’epoca dei fatti. Gli accusati ritengono di non aver mai avuto problemi come quelli che sono adesso al centro del processo, che è al momento in fase istruttoria.
Dunque le incomprensioni, se ci sono state, riguardano esclusivamente gli accordi tra la coppia e il sindaco. Questa è la linea adottata dai due gestori, la cui difesa ha chiesto al giudice il non luogo a procedere. La difesa del sindaco, rappresentata dall’avvocato Claudia Cornacchia, opterà invece per il patteggiamento. Il processo tornerà in aula a fine giugno. L’accusa aveva chiesto l’archiviazione del caso, richiesta poi respinta dalla parte civile.