Una lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per informare anche il Capo dello Stato sul disagio vissuto, ormai da anni e denunciato finora invano, da un gruppo di inquilini del complesso residenziale denominato Plan, che si trova a Bregano. «Da più di un decennio un gruppo di persone sta combattendo affinché si ristabilisca la verità e la legalità nel complesso immobiliare denominato Plan di Bregano che altro non è se non una lottizzazione convenzionata con il Comune come evidenziano delle delibere risalenti al 1971» premettono Maurizio Fulgenzi, portavoce della protesta con l’ex consigliere di minoranza Gianni Armiraglio, nella lettera firmata anche dagli inquilini Caterina Barboni, Loredana Falchi e Luigi Lunardi Bizzarri.
Il Plan insomma non può essere considerato né un unico condominio né un supercondominio, come invece di fatto viene gestito. Nel corso di tutti questi anni, un gruppo di inquilini ha intrapreso numerose azioni giudiziarie, sia civili che penali, rivolgendosi sia al Comune di Bregano, alla Provincia, alla Regione, alla Prefettura, a vari ministeri e all’Asl. «Purtroppo sempre senza risultato, come contro un muro di gomma; ogni sforzo di avere giustizia è fallito» si legge nella missiva che riepiloga tutta la vicenda. Gli inquilini ricordano a Mattarella, che è anche presidente del Csm, che sulla questione Plan sono aperti due procedimenti penali in Procura a Varese, tre procedimenti a Brescia e un procedimento radicato nella magistratura interna del Ministero della Giustizia.
«Intendiamo ringraziare il ministro Andrea Orlando che è stato finora l’unico ad intervenire sollecitamente ma com’è ovvio solo su ciò che è di competenza ministeriale – prosegue la lettera – un’inquilina è riuscita anche ad avere con lui due brevi colloqui telefonici».
Un piccolo spiraglio per arrivare in fondo alla questione, dove gli inquilini . «Il caso del Plan di Bregano – sottolinea Fulgenzi – rischia di essere, come ho avuto modo di scrivere anche al ministro Orlando, peggio di ciò che è noto sotto il nome di “Mafia Capitale”; la strategia attuale è quella di distruggerci economicamente con i costi legali, il pignoramento e la messa all’asta delle abitazioni per le sedicenti spese “condominiali” appoggiate a codici fiscali quanto meno irregolari».
Gli inquilini hanno deciso di rivolgersi al Presidente della Repubblica come garante della Costituzione, anche se venire e intervenire sul caso Bregano non rientra nei suoi compiti istituzionali. «Quanto sta succedendo potrebbe avere contraccolpi istituzionali gravi e far perdere la fiducia nella pubblica amministrazione – continua Fulgenzi – se potessimo invitarla per una tazza di tè a Bregano, signor presidente, l’indirizzo della mia residenza, come quella degli altri, non corrisponderebbe all’abitazione ma all’autorimessa, sita in altri edifici non abitativi, presso cui il Comune ci ha trasferito d’imperio e presso cui non è possibile nemmeno ricevere la posta, le notifiche o certificare gli impianti».
Residenza riportata anche sui documenti d’identità e sulla tessera elettorale. «Questo è il motivo per cui non vado più a votare – conclude il portavoce – i documenti sono tutti viziati e non voglio sottostare a questo autentico abuso; preferisco perdere il diritto di voto che avere diritto a un voto irregolare».