Maxi evasione da 1,4 miliardi: chiesti 46 anni di carcere per il caso Casti Group

Il processo a Varese volge al termine: accuse di bancarotta e frode fiscale, l’11 marzo la parola alla difesa.

La Procura di Varese ha richiesto oltre 46 anni di reclusione complessivi per i sei imputati del processo Casti Group, accusati di aver orchestrato un sistema di evasione fiscale che, secondo le indagini, avrebbe portato a un buco da 1,4 miliardi di euro. L’accusa, che spazia dalla bancarotta fraudolenta alla frode fiscale, è frutto di un’indagine che ha preso il via nel 2012, quando la Guardia di Finanza di Perugia ha individuato alcune anomalie nei rimborsi IVA di una società controllata dal gruppo, la Isotta Fraschini, con sede a Spoleto. Le verifiche hanno poi condotto a Varese, portando alla scoperta di un presunto sistema di gestione contabile falsata e a quattro misure di custodia cautelare.

Il processo, apertosi nel 2021, è il risultato dell’unificazione di diversi procedimenti e, nel corso degli anni, ha visto alcune archiviazioni per prescrizione, soprattutto per le posizioni fiscali più datate e per l’ipotesi di associazione a delinquere. Durante la sua requisitoria, la pm Marialina Contaldo ha sottolineato la “natura distrattiva” della gestione del gruppo, descrivendo un quadro in cui la società avrebbe goduto per anni di rimborsi IVA inesistenti. Il Casti Group, un tempo considerato un’eccellenza dell’industria italiana e noto anche per il suo impegno nello sport – avendo detenuto la proprietà della Pallacanestro Varese per un decennio – si è ritrovato al centro di un’inchiesta che ha portato al suo fallimento.

Le richieste di condanna sono pesanti. La pena più alta, 14 anni e 6 mesi di reclusione, è stata chiesta per l’imputata Affri, considerata il braccio destro di Gianfranco Castiglioni, il fondatore del gruppo deceduto nel corso del procedimento. Otto anni e tre mesi sono stati chiesti per Claudio M. Castiglioni, mentre per suo fratello Davide la Procura ha avanzato la richiesta di nove anni e nove mesi. Per gli altri imputati, le richieste variano dai tre ai sette anni di carcere. A queste pene si aggiungono ingenti confische patrimoniali, tra cui oltre 80 milioni di euro per Affri e cifre milionarie anche per gli altri principali imputati.

Il dibattimento non è ancora concluso. L’11 marzo prenderanno la parola le difese, che proveranno a ribaltare l’impianto accusatorio. Nel frattempo, resta il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, ma le richieste della Procura lasciano intendere la gravità del quadro emerso in aula.