Una frode fiscale milionaria, commessa attraverso una rete di cooperative del settore dei trasporti, della logistica e del facchinaggio, che non avrebbero pagato le imposte e i contributi ai lavoratori e avrebbero emesso fatture false per 250 milioni di euro, ha portato all’arresto dell’ex presidente del Varese Calcio , dell’ex amministratore delegato della società e dell’ex calciatore varesino .
Inisieme a loro in manette altre cinque persone, nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza di Milano e coordinata del pm milanese, mentre in tutto sono 34 gli indagati. Sono tutti accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, emissione di fatture per operazioni inesistenti, mancato versamento dell’Iva e altri reati fiscali. Le Fiamme gialle del Nucleo di polizia tributaria hanno sequestrato in tutto 63 milioni di euro, tra appartamenti, beni e conti correnti riconducibili agli arrestati.
Rosati sarebbe il «promotore, organizzatore e capo dell’associazione a delinquere», si legge nell’ordinanza di cusotodia cautelare in carcere emessa dal gip di Milano, ponendosi come «figura di vertice dell’intero sistema criminoso».
Secondo le accuse, avrebbe svolto il ruolo di «amministratore di fatto» del consorzio Expo Job Spa, con sede a Milano, a capo di una decina di cooperative (tra cui Fly Job, Cargo Logistica, Expo Transcoop e Fashionwork) che impiegavano circa tremila lavoratori, fornendo servizi, tra l’altro, all’area Cargo dell’aeroporto di Malpensa e ad aziende in diverse zone d’Italia.
Cooperative, intestate a prestanome che, secondo quanto è emerso dalle indagini, dal 2009 non pagavano le imposte e i contributi ai lavoratori e, dopo pochi mesi, chiudevano per poi riaprire con un’altra ragione sociale.
Tra gli arrestati ci sono gli altri presunti amministratori delle cooperative, ,, e .
L’ex calciatore Limido avrebbe svolto il ruolo di mediatore non limitandosi, secondo il gip, «a reperire clienti committenti per Expo Job Spa» ma «ponendo in essere sinergiche condotte in favore della tenuta complessiva del descritto sistema illecito, di cui mostra di avere piena consapevolezza». Ruolo che emerge da alcune intercettazioni telefoniche riportate nell’ordinanza, nelle quali avrebbe «indottrinato i soci di alcune cooperative sulle false risposte da dare ai funzionari dell’Agenzia
delle entrate».
Anche Montemurro avrebbe ricoperto un «ruolo di primo piano ad ampio raggio nella complessiva gestione di Expo Job Spa». L’ad ad del Varese era «legato da ventennale amicizia con Rosati», ma recentemente «il rapporto era andato in crisi». Riferendosi alle difficoltà societarie del Varese Calcio, in una conversazione con un interlocutore estraneo ai fatti intercettata il 3 febbraio 2014, Rosati avrebbe infatti «attribuito in parte le responsabilità» a Montemurro affermando che «fa il fenomeno ma non sa manco leggere un bilancio». Evidenziando anche le sue «modeste capacità» nel Consiglio della Lega di Serie B.