«Corri Melo, corri!». Quante volte, dagli spalti dello “Speroni”, abbiamo sentito urlare quest’incitamento? Sono passati nove anni dall’ultima partita in biancoblù di Carmelo Dato, ma non c’è tifoso della Pro Patria che non ricordi con affetto il difensore nato a Scilla il 25 febbraio del ’74. Classe non sopraffina, ok, ma cuore e polmoni grandi così.
Oggi Dato allena il Brugherio in Eccellenza, ma non smette di seguire con simpatia le vicende biancoblù. «Nove anni a Busto, con più di 250 presenze, non si possono dimenticare – dice Melo – Alla Pro Patria ho vissuto anni spettacolari, i migliori della mia carriera. Ho dato tutto per quella maglia e sono stato ricambiato dall’affetto e la stima dei tifosi. Non nego che il mio sogno è quello di allenare un giorno la Pro Patria: ce la metterò
tutta per coronarlo». A dire il vero, quest’estate Dato ha già sfiorato il clamoroso ritorno allo “Speroni”: «Era stato avviato un discorso per farmi allenare la Berretti, poi non se n’è fatto niente. Ma in futuro non si sa mai: il mio obiettivo è diventare allenatore della prima squadra della Pro».
Melo è assolutamente al corrente di tutte le vicissitudini della squadra biancoblù, che domani alle 17.30 scende in campo allo “Speroni” contro il Pro Piacenza per cancellare lo zero in classifica. «Soffro con i tifosi, con molti dei quali sono ancora in contatto. Ai ragazzi che adesso giocano nella Pro dico solo una cosa: dovete rendervi conto del valore della maglia che indossate, delle emozioni che trasmette, paragonabili per me soltanto a quelle delle squadre di Serie A. La differenza la fa il cuore: se non si ha quello, non si va da nessuna parte. Ma se c’è, nessun traguardo è precluso. Lo dimostra proprio la mia carriera a Busto – ricorda Dato – Io non avevo certo i piedi di un Manicone, ma al 90’ ero sfinito, e i tifosi di Busto sanno distinguere tra chi dà l’anima e chi non lo fa».
Per Dato la situazione si può ancora raddrizzare: «Lo dico anche ai miei ragazzi del Brugherio: nei momenti di difficoltà bisogna dimenticare i problemi, e metterci ancora più anima. Non è mai troppo tardi per correggere la rotta, ma bisogna crederci ciecamente. E la volontà ce l’hai o non ce l’hai, non si compra al mercato».
Ma nessuna situazione è irrimediabile: «Assolutamente no. Anche a Busto abbiamo vissuto momenti non esaltanti, ma proprio in quei momenti il gruppo si compattava e ne uscivamo tutti insieme. Certo, all’epoca c’erano giocatori e uomini straordinari come Zaffaroni e Salvalaggio. Ma la ricetta nei momenti difficili è sempre quella: lavoro, lavoro e ancora lavoro. Se vai a mille all’ora in allenamento, poi vai a mille all’ora anche la domenica in partita». L’auspicio di Melo è quello di tutti i tifosi biancoblù: «Non voglio neanche pensare a un’altra retrocessione. La Pro Patria si deve salvare, con fatica, soffrendo, ma si deve salvare».