MILANO – Il rito si ripete ogni anno, con tanto di proteste “come da copione” ma quest’anno la Prima della Scala – che apre come anno la stagione operistica del celeberrimo teatro milanese – ha varie sfumature di significato. Nuove, e rinnovate. La prima, sul palco reale due donne tra le più influenti al mondo, stando alla classifica di Forbes che le colloca tra le prime sette donne potenti al mondo. E questa di certo è una gran notizia. Anche perché non era mai accaduto nella storia recente della Scala di vedere sul palco Reale due donne di questo calibro, che si spera per una sera potranno discorrere di altro, come ha scherzosamente ammesso il Sindaco di Milano Beppe Sala “non credo si parlerà di politica, almeno lo spero”, elogiando il parterre d’eccezione.
All’arrivo del Capo dello Stato Sergio Mattarella, accompagnato dall’immancabile figlia Laura, il pubblico gli tributa una vera ovazione: i “Grande presidente”, “Grazie presidente” non si contano. E Mattarella come i calciatori della nazionale durante l’inno risponde con una mano sul cuore in segno di gratitudine. Del resto l’occasione è ghiotta e il Presidente della Repubblica – arbitro integerrimo come abbiamo imparato a conoscerlo in questi anni – con aplomb normanna categoricamente ricorda tra le righe che non dobbiamo esprimere giudizi troppo uterini, con un lapidario “la cultura russa non si cancella”. Del resto la scelta del Boris Godunov non sarà forse nemmeno casuale.
Meloni emozionatissima, in blu Armani che le sta di incanto, si concede una serata di “istituzionale” quotidianità. Dopo le aggressioni subite sul web nei giorni scorsi la Meloni per una sera è una donna quarantenne che vuole solo poter condividere assieme al compagno, il giornalista Andrea Gianbruno, la sua Prima alla Scala, il Battesimo delle Prime per la premier che ci ha scherzato su per smorzare la tensione del momento, dichiarando candidamente di sperare di poter essere “all’altezza delle aspettative”.
Ma è il momento ora di far parlare le note. Anche quest’anno sarà il milanesissimo maestro Riccardo Chailly – che ci invidiano in tutto il mondo – a dirigere l’orchestra della Scala. Innanzitutto l’Inno nazionale con le autorità in piedi e Giorgia Meloni che canta fiera dal palco d’onore, e poi l’Inno dell’Unione Europea, ovverosia l’Inno alla Gioia di Beethoven, in omaggio alla presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen.
Calano le luci, si apre il sipario. La magia della Prima alla Scala si è ricreata. Come ogni anno, ma con una presenza femminile importante, che ci scalda di più il cuore e ci ridà speranza per il futuro della politica, e non solo.
G.M.A.