SANREMO – Cala il sipario sulla 73ma edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Marco Mengoni stravince e mette tutti d’accordo con la sua “Due Vite” accorata e vibrante canzone d’amore, nel classico stile dalla melodia italiana più autentica. Dopo essere stato in testa per tutte le quattro sere precedenti, il cantautore laziale si era già aggiudicato la vittoria alla serata dei duetti e delle cover con “Let it be” dei Beatles, eseguita insieme al Kingdom Choir e nella stessa serata finale anche il premio “Giancarlo Bigazzi”,
assegnato dall’orchestra per la migliore composizione. Poi il primo posto a furor di popolo, demoscopica e sala stampa; quest’ultima ha assegnato a “Splash” di Colapesce e Dimartino invece il suo premio “Lucio Dalla”. Al duo siciliano anche il premio della critica “Mia Martini” mentre alla coppia musicale, e nella vita, dei Coma_Cose il premio “Sergio Bardotti” per il miglio testo con “L’Addio”.
A ruota dopo Mengoni si sono posizionati in ordine Lazza con “Cenere”, Mr. Rain con “Supereroi”, Ultimo con “Alba” e Tananai con “Tango”. Mengoni ha voluto dedicare la sua seconda vittoria al Festival (la prima era stata nel 2013 con “L’essenziale”, ndr) a tutte le donne che hanno partecipato alla gara canora, a fronte di un podio tutto al maschile, ringraziandole e dicendo “sono delle cantanti meravigliose”.
Nella serata conclusiva superospiti internazionali i Depeche Mode, potenti e introspettivi come non mai, alla loro prima uscita pubblica in Italia dopo la scomparsa di Andy Fletcher, al quale hanno dedicato la loro nuova “Ghosts Again” e tutto l’album “Memento Mori”. E quest’estate tre date in Italia per la gioia dei loro fan.
In un Festival dove le polemiche e gli scivoloni non si sono fatti mancare (forse il più duro della serie della conduzione di Amadeus), tra Blanco che perde la “brocca” e spacca i fiori, Morandi che corre a ripulire con la ramazza, una Ferragni-spot continuo d’arte, di messaggi sociali, del suo stesso brand, tra un Fedez (il marito) che passa da una richiesta malcelata di legalizzazione di droghe e un “limone” non in scaletta con la (o il?) fluido Rosa Chemical e che manda la moglie su tutte le furie sul dietro le quinte (ma come, pure la supercontrollata Ferragni?), tra i Maneskin che sono ritornati sul palco dell’Ariston (dove tutto ebbe inizio) portando un Tom Morello d’annata, e facendo un mini-concerto irriverente dopo la delusione recente ai Grammy, tra Fiorello-barbone ad aspettare fino a tarda notte di collegarsi per il Dopo-Festival, tra i monologhi delle donne sempre a tarda notte (quando non se le fila di pezza nessuno!), tra il leit-motiv “Zelensky si-Zelensky no, Zelensky boh” e alla fine la letterina del presidente letta da uno zelante Amadeus e la band rock ucraina, e gli allarmi-bomba fuori dal’Ariston…c’era anche la musica! E mai come quest’anno era varia, scintillante, disperata, urlata, dance, rap, campionata, con auto-tune, senza, con ugole d’oro e vibrati sinceri, emozionante…insomma, per tutti i gusti!
E questa ha trionfato, proprio nella sua varietà. Basti vedere il podio, per comprenderlo.
E ora buone vendite agli artisti sanremesi, e buoni ascolti a tutti noi!
G.M.A.
Ecco la classifica definitiva:
1 – Marco Mengoni, “Due vite”
2 – Lazza, “Cenere”
3 – Mr. Rain, “Supereroi”
4 – Ultimo, “Alba”
5 – Tananai, “Tango”
6 – Giorgia, “Parole dette male”
7 – Madame, “Il bene nel male”
8 – Rosa Chemical, “Made in Italy”
9 – Elodie, “Due”
10 – Colapesce e Dimartino, “Splash”
11 – Modà, “Lasciami”
12 – Gianluca Grignani, “Le parole che non ti ho detto”
13 – Coma_Cose, “L’addio”
14 – Ariete, “Mare di guai”
15 – LDA, “Se poi domani”
16 – Articolo 31, “Un bel viaggio”
17 – Paola & Chiara, “Furore”
18 – Leo Gassman, “Terzo Cuore”
19 – Mara Sattei, “Duemilaminuti”
20 – Colla Zio, “Non mi va”
21 – Cugini di campagna, “Lettera Ventidue”
22 – gIANMARIA, “Mostro”
23 – Levante, “Vivo”
24 – Olly, “Polvere”
25 – Anna Oxa, “Sali”
26 – Will, “Stupido”
27 – Shari, “Egoista”
28 – Sethu, “Cause perse”