La prima vittoria in trasferta è sfuggita solo al novantesimo ma il Varese è tornato dalla Spezia fra gli applausi dei suoi tifosi e sostenuto dalla critica, che ha apprezzato la prova dei biancorossi.
Se il presidente Nicola Laurenza aveva subito espresso il suo gradimento per la prestazione convincente, il vicepresidente Antonino Imborgia non fa mancare il suo consenso: «L’1-1 di sabato è un segnale che fa capire come il Varese stia continuando a crescere. I risultati portano con sé la consapevolezza e l’autostima dei giocatori è fondamentale per avere serenità. Ancora una volta la squadra ha lanciato il messaggio giusto perché scende in campo per rincorrere la vittoria attraverso il gioco. Non serve guardare fuori da casa nostra ma dobbiamo pensare solo a noi stessi continuando a lavorare sodo».
Il pari colto all’Alberto Picco va addirittura stretto al Varese ma Imborgia non ha voglia di recriminare: «Come dice sempre Bettinelli, dentro la stessa partita ce ne se sono molte altre. Il nostro allenatore ha ragione perché ogni gara vive di tanti episodi. Se lo Spezia fosse stato più preciso e invece di prendere la traversa avesse segnato, magari poi sarebbe riuscito a raddoppiare. D’altra parte se Miracoli non avesse fallito l’occasione nel primo tempo e se nel secondo fosse riuscito a concretizzare l’azione del possibile 2-0 avremmo preso noi i tre punti. È vero comunque che se il pareggio ci poteva andare bene prima di venire a giocare alla Spezia, al novantesimo e per quello che si è visto in campo l’1-1 ci va stretto».
Nella prima trasferta del 2015, il Varese era piuttosto incerottato ma anche in questo caso Imborgia va contro corrente, proprio come aveva fatto Bettinelli alla vigilia quando aveva detto: «Le assenze? Siamo in 11 e ho anche tre cambi a disposizione: meglio di così…». Il vicepresidente è sulla stessa linea di pensiero del tecnico: «Non esiste il concetto di emergenza perché nel Varese ci sono 15 titolari e in campo sono andati quelli che secondo l’allenatore
erano i migliori per la partita con lo Spezia. Non c’era Borghese ma Simic ha risposto ancora una volta molto bene, come aveva fatto nell’ultimo impegno del 2014 e cioè il 2-0 alla Ternana. Mancava Lupoli ma Miracoli è stato molto positivo». A proposito di Miracoli, nelle scorse settimane qualcuno ha parlato – a sproposito – della sua imminente cessione che Imborgia ovviamente smentisce: «Miracoli non è sul mercato e questa scelta non è figlia della buona prestazione che il ragazzo ha offerto alla Spezia ma della valutazione precedente di Bettinelli che è la mia stessa. Il giocatore non si tocca».
Da quando è arrivato Imborgia, a metà dicembre, il Varese ha conquistato sette punti in quattro partite, battendo in casa Crotone (1-0) e Ternana (2-0), perdendo a Pescara (lo 0-2 è però molto bugiardo) e pareggiando alla Spezia (1-1). Sabato arriva al Franco Ossola la capolista Carpi dell’ex Castori che ieri ha perso l’imbattibilità casalinga (durava da otto mesi) per mano del Livorno.
Fra cinque giorni a Masnago andrà in scena una partitissima che però non ha nessun sapore particolare per Imborgia: «Per me tutti gli impegni sono uguali e quello con il Carpi va preparata allo stesso modo di tutti gli altri: i giocatori devono pensare solo a quello che dice l’allenatore e non guardare ai risultati degli altri o alla classifica. Il Varese è quintultimo e Castori è primo con la squadra giusta per lui perché è fisica, ha una mentalità tosta e giocatori votati al sacrificio con dieci uomini di movimento pronti a tutto in fase difensiva e con il gioiello Mbakogu scatenato in attacco. Non è però una partita speciale o un derby come quello con il Como e per me la sfida con il Carpi vale quella con il Crotone, anche se gli emiliani sono primi. Le posizioni non contano e se sabato scorso fosse arrivato all’Alberto Picco uno straniero ignaro della classifica avrebbe pensato, vedendo quello che stava succedendo in campo, che era il Varese davanti allo Spezia».