Perugia, 30 lug. (TMNews) – Ancora una volta, al centro dell’udienza della Corte d’Appello sull’omicidio Kercher, c’é stata la presunta arma del delitto; un coltello da cucina sequestrato su base intuitiva nella cucina di Raffaele Sollecito. Sul banco dei testimoni, come nella precedente udienza, ci sono i periti superpartes nominati dalla Corte d’Appello per fare chiarezza sulla prima perizia sul dna che aveva portato alla condanna a 26 e 25 anni rispettivamente Amanda Knox e Raffaele Sollecito.
Ai periti, in particolare, l’avvocato Luciano Ghirga – legale della ragazza americana – ha chiesto se sulla presunta arma del delitto ci fu un accurato lavaggio magri per poter togliere tracce che avrebbero ricondotto all’omicidio Kercher. Per i periti il coltello avrebbe subito un lavaggio superficiale, probabilmente tipico di un approccio casalingo. A dimostrazione di questo ci sarebbero ben evidenti tracce di amido che potrebbero derivare dal taglio quotidiano di pane o da un taglio di patate. L’obiettivo della difesa era quello di dimostrare che non c’era intenzione da parte di Amanda e Raffaele di lavare accuratamente e in maniera magari maniacale il coltello dato che “non è l’arma del delitto”.
Bnc/ydm
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