Perugia, 25 lug. (TMNews) – “Contaminazione dei reperti: un concetto che è stato più volte ribadito dai periti”: l’avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Raffaele Sollecito, prende spunto dalle analisi dei periti super-partes per ribadire un forte sospetto che il suo collegio difensivo aveva più volte ribadito in primo grado. “Abbiamo assistito – ha continuano l’avvocato Buongiorno – a dei fotogrammi dai quali si evince in modo chiarissimo che i guanti con i quali è stato preso il gancetto di reggiseno erano sporchi. Non sono parole o giudizi. Sono fotografie che attestano quella contaminazione della quale la difesa parla da anni. Peccato che la perizia sia stata fatta solo oggi perchè noi la chiedevano da tantissimo tempo”.
Poi il legale si è soffermato sul presunto crollo delle accuse dopo le nuove analisi sul gancetto del reggiseno che, in primo grado, aveva contribuito a mettere sulla scena del delitto il ragazzo pugliese: “Credo che che oggi ci sia stata una approfondita e inequivocabile analisi del Dna sul gancetto di reggiseno (attribuito dalla scientifica al suo assistito e alla vittima ma il risultato e” stato ritenuto non attendibile dai periti – ndr). L’unico elemento per il quale Sollecito è stato condannato”.
Bnc
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