Perugia, 25 lug. (TMNews) – “I guanti utilizzati per repertare il gancetto di reggiseno di Meredith non erano puliti come da protocollo”. Lo hanno rilevato i periti nominati dalla Corte d’appello del processo sulla morte di Meredith Kercher che si sta svolgendo questa mattina a Perugia. I periti, chiamati ad analizzare la loro perizia super partes, hanno dimostrato con un video e diversi fotogrammi la presunta impurità dei guanti bianchi utilizzati dalla Scientifica per prendere da terra e poi catalogare l’ormai noto gancetto di reggiseno su cui in primo grado venne trovato il Dna di Raffaele Sollecito. Questa traccia rappresentava l’unico elemento scientifico che collocava il ragazzo pugliese sulla scena del delitto.
Le analisi dei periti – al momento l’udienza è stata sospesa – confermano dunque le conclusioni della perizia emerse come indiscrezione alcune settimane fa: secondo i tecnici i primi studi e catalogazione dei reperti vennero fatti non seguendo il protocollo scientifico internazionale. Un giudizio che va nella direzione del teorema delle difese che, sia sul gancetto del reggiseno che sulla presunta arma del delitto (dove fu ritrovato in entrambi i casi Dna dei due indagati), teorizzarono un forte rischio di contaminazione. Il clima in aula è estremamente caldo: più volte si sono accesi i toni tra accusa, parti civili e gli stessi periti. In aula sono presenti, come d’altronde sempre dall’inizio del procedimento, Amanda Knox e Raffaele Sollecito.
Altro elemento di non conformità ai protocolli internazionali, secondo i periti, sarebbe quello dello spostamento senza repertazione di molti oggetti nella stanza del delitto tra i diversi sopralluoghi effettuati dalla Scientifica. I periti portano ad esempio lo spostamento del gancetto – repertato 46 giorni dopo – e dello stesso materasso con il quale venne coperto di Meredith Kercher. Materasso che venne spostato senza motivo in un’altra stanza della casa.
Bnc/Sar
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