Perugia, 28 mar. (Apcom) – Il Pm Giuliano Mignini, insieme ai pool difensivi di Raffaele Sollecito e Amanda Knox, sta ascoltando da più di due ore quello che fu definito il super-testimone albanese nelle fasi di indagine. Erogan Kokunami ha ribadito, tra mille difficoltà di comprensione per gli auditori a causa di un italiano poco fluente, di aver incontrato Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede mentre “spiavano” dalla strada l’abitazione di via della Pergola. “Passavo con la mia automobile per via della Pergola – spiega il teste albanese – quando ho notato uno strano sacco nero sulla carreggiata. Prima di urtarlo piano ho suonato. A quel punto mi sono reso conto che non era un sacco nero ma erano un uomo e una donna che erano distesi”.
Kokunami spiega poi di aver notato un coltello lungo 40 centimetri. “L’uomo si è scagliato subito contro di me e io per reazione ho dato un cazzotto che gli ha fatto saltare gli occhiali. Poi gli animi si sono calmati anche se la ragazza ha tirato fuori dalla borsa un coltello di 40 centimetri”. Il Pm ha chiesto al teste se riconoscesse in aula i due giovani con cui aveva avuto la discussione. L’albanese ha puntato il dito verso Amanda e Raffaele.
“Mentre cercavo di fare manovra per andarmene – spiega Kokunami – ho notato un ragazzo di colore che conoscevo da tempo che si chiama Rudy Guede. Lui mi ha detto: ‘Io non sono mica marocchino o tunisino, sono negro. Non ti preoccupare eh, è tutto a posto'”. Il testimone albanese afferma di aver chiesto a Rudy a che cosa fosse servito il coltello mostrato da Amanda Knox. “Rudy mi ha detto che siccome era un giorno di festa, sarebbe servito per tagliare la torta”.
Bnc/Ral
© riproduzione riservata