Messi o Maradona? La finale dei Mondiali in Qatar, e la vittoria dell’Argentina trascinata da Leo Messi, ripropongono un confronto che appassiona, e divide, chi ama e conosce il calcio e anche chi lo commenta solo per sentito dire. Chi è il più grande? La domanda, che nello sport diventa spesso un’ossessione, non troverà mai una sola risposta. Il confronto, oltre che sostanzialmente inutile, è anche impossibile. Dipende dalle generazioni, dai gusti, dall’approccio con cui si vede il calcio.
Da ieri, sicuramente, sono cambiati i numeri. Se fino a ieri Maradona aveva vinto da solo un Mondiale, quello del 1986, e Messi non era stato ancora capace di farlo, da oggi Messi ha raggiunto Maradona. A questo punto, ha anche vinto molto di più, sommando la nazionale, le squadre di club e i riconoscimenti personali. Ha anche sicuramente giocato di più, con più continuità. Vuol dire quindi che Messi è più grande di tutti, anche del più grande di sempre? Ognuno può rispondere come vuole. Anche perché cambia poco.
Ogni risposta sarà sempre personale, e quindi opinabile, perché il calcio non è scienza e non è solo numeri. Il calcio è soprattutto emozioni, quelle che può regalare una giocata, di Messi o di Maradona o di un altro ancora, e sentimenti, quelli che legano un tifoso alla sua squadra e ai suoi eroi. Le emozioni e i sentimenti non sono lineari e, per fortuna, se ne possono anche fregare dei numeri. Ieri, oggi, domani e per sempre, ci sarà chi vede solo Diego e chi gli preferisce Lionel. Così come presto ci sarà chi risolverà il problema puntando tutto su Kylian Mbappè.
Per decenni il confronto, altrettanto improbabile, è stato quello tra Pelé e Maradona. Anche in quel caso, un calcio diverso, epoche storiche diverse, e una spartizione quasi sempre legata al dato anagrafico, quello che seleziona i ricordi e le emozioni in base al vissuto. Poi, quando Messi è diventato Messi, si è accesa la rivalità a colpi di pallone d’oro con Cristiano Ronaldo. Anche loro diversi ma almeno contemporanei. Beh, su questo piano, oggi il confronto non tiene più.
Perché Messi ha vinto il suo Mondiale e Cristiano Ronaldo non potrà mai raggiungerlo. Il cerchio si chiude, siamo tornati ai numeri. Ma possiamo ripartire, perché un bambino portoghese può piangere per CR7, un interista non dimentica Ronaldo ‘il Fenomeno’, uno juventino Platini o Del Piero, uno romanista può rimpiangere perfino più Daniele De Rossi di Francesco Totti e avere pochi ricordi di Falcao. Perché il calcio è di tutti e ognuno se lo può vivere come gli pare. Anche se da ieri, oggettivamente, Messi ha raggiunto Maradona.
(di Fabio Insenga)