Alessandro Marzio in realtà non ha mai smesso, nel cuore e nella testa, di essere un calciatore. E per questo torna in campo, perché i 44 anni all’anagrafe sono solo un dettaglio. Per questo la notizia, trapelata giovedì sera, che ha lasciato un po’ di piacevole sorpresa perché non è una di quelle che si sente ogni giorno, sorprende fino ad un certo punto. Rimettere gli scarpini ai piedi a 44 anni in Serie D, un anno e mezzo dopo il ritiro,
sembra qualcosa di inconsueto e di irrimediabilmente romantico, se solo non si parlasse di Alessandro Marzio, ossia un professionista esemplare, dal primo all’ultimo giorno di carriera. Ora la Varesina lo ha (ri)tesserato e lui sarà a disposizione già da domenica. Perché 44 anni sono solo un dettaglio quando il fisico risponde presente e quando la testa è ancora quella del calciatore. Ne abbiamo parlato con lui, che ci spiega le ragioni di questo suo ritorno in campo ad un anno e mezzo dal (temporaneo) ritiro.
Penso sia giusto anzitutto dire che dietro a questa scelta ci sono aspetti positivi e negativi. Per me è una cosa positiva, ho sempre giocato a calcio e in questi mesi sono sempre stato vicino alla prima squadra in veste di vice allenatore. Mi sono allenato spesso con loro, li ho seguiti nel lavoro. Ritornare ad essere a disposizione è tutt’altra cosa, ma la società ha deciso di fare questa scelta, me l’ha proposto ed io ho accettato volentieri. D’altra parte spero che questa decisione faccia riflettere un po’ su quello che è l’organico della prima squadra, perché la scelta è stata fatta più che altro per dare un po’ di esperienza e per stare più a contatto con loro. Quando si passa dall’altra parte della barricata come ho fatto io, cambia il ruolo e lo spogliatoio lo vivi meno come è giusto che sia. La società, ora che inizia una fase delicata del campionato, ha deciso di chiedermi un supporto a livello di esperienza e gestione mentale di questa fase della stagione.
Lo sono sempre stato, la mia testa è rimasta quella che mi ha permesso di giocare fino a 43 anni. Sotto questo aspetto le mie abitudini non sono cambiate, alla minima possibilità di fare allenamento con i ragazzi non mi sono mai tirato indietro, giocando anche le partitelle. Ho giocato per 25 anni, in un anno e mezzo non si può dimenticare tutto. Le prime cose che vengono a mancare sono le situazioni di preparazione della partita, lo spogliatoio. Ora posso tornare a rivivere certe sensazioni, con i ragazzi c’è un bel legame, io mi metterò a disposizione fin da subito consapevole che c’è poco tempo per sbagliare, perché il girone di ritorno è difficile.
Penso che chiunque, leggendo che Marzio torna in campo a 44 anni, abbia storto un po’ il naso, o sia rimasto sorpreso. Io in qualche modo cercherò di rendermi utile per quella che è l’esigenza della squadra e della società. Sarà il mister a decidere quando e dove potrò giocare. È da un po’ che non gioco una partita intera, ma quando penso di tornare a fare il calciatore come ho sempre fatto, è perché lo faccio sul serio. Quindi il primo desiderio che avrò, e che credo debba avere ciascun giocatore a qualsiasi età, è quello di fare di tutto per giocare. Lavorerò e mi impegnerò per tornare ad essere protagonista sul campo e, in base alle situazioni che il mister valuterà, vedremo quale potrà essere il mio contributo.
Un video di un paio d’anni fa, con una indimenticabile prodezza di Marzio.